Artrite reumatoide, diabete, lupus, sclerosi multipla: un’unica firma molecolare?

Le malattie autoimmuni come artrite reumatoide, sclerosi multipla, lupus eritematoso sistemico e diabete di tipo 1 sono malattie in cui il sistema immunitario – che dovrebbe proteggerci dalle malattie infettive e dalle neoplasie – attacca e distrugge erroneamente i componenti del nostro stesso corpo. Queste malattie possono colpire fino al 5% della popolazione.

Non esiste una cura e, sebbene il target immunitario delle quattro citate sia distinto, queste condividono diversi elementi simili, tra cui fino al 50% di rischio genetico comune, infiammazione cronica locale e meccanismi di mediazione del danno tissutale target.

Nonostante queste caratteristiche comuni, i disturbi autoimmuni sono tradizionalmente studiati in modo indipendente e con un focus sul sistema immunitario invece che sui tessuti bersaglio. Ci sono, tuttavia, sempre più prove che i tessuti bersaglio di queste malattie non siano estranei all’attacco autoimmune, ma partecipino a un dialogo deleterio con il sistema immunitario che contribuisce alla loro stessa scomparsa.

Adesso uno studio si è concentrato proprio su questo, ipotizzando che i meccanismi chiave indotti dall’infiammazione e potenzialmente condivisi tra le quattro patologie autoimmuni possano guidare firme molecolari simili a livello del tessuto bersaglio. La scoperta di queste firme simili specifiche della malattia può consentire l’identificazione di percorsi chiave che potrebbero essere mirati per la terapia, compreso l’utilizzo di farmaci già in uso clinico per altre patologie.

Per testare questa ipotesi, i ricercatori hanno ottenuto set di dati di sequenziamento dell’Rna da cellule β pancreatiche provenienti da controlli o da individui affetti da diabete di tipo 1, da cellule renali provenienti da controlli o da individui affetti da lupus, da chiasmi ottici provenienti da controlli o da individui affetti da sclerosi multipla e da tessuti articolari provenienti da controlli o da individui affetti da artrite reumatoide.

I risultati indicano importanti cambiamenti di espressione genica comuni ai tessuti target delle quattro malattie autoimmuni valutate e l’espressione massiccia dei geni candidati (maggiore all’80% in tutti i casi).

Un gene candidato in comune tra le quattro malattie è per esempio il Tyk2, una proteina che regola la segnalazione dell’interferone, e i ricercatori hanno dimostrato che l’uso degli inibitori del Tyk2 – già in uso per altre malattie autoimmuni – protegge le cellule β dai danni immunomediati nei modelli preclinici di diabete.

Serviranno ulteriori approfondimenti, ma secondo gli autori del lavoro la loro ricerca apre la strada a filoni di studio nuovi per le malattie autoimmuni.


Fonte: Science Advances

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