Bifidobacterium potrebbe proteggere dall’infezione da Helicobacter pylori

La presenza di Bifidobacterium nel microbioma intestinale potrebbe offrire all’organismo una protezione contro l’infezione da Helicobacter pylori nello stomaco, secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Microbiology.


“Più di un milione di persone muore ogni anno a causa di cancro e altre malattie causate da H. pylori, ma il motivo per cui la maggior parte degli individui infettati dal batterio rimane asintomatica mentre una certa proporzione sviluppa malattie gastriche così gravi è rimasto un enigma” esordisce Barani Devi, del Rajiv Gandhi Centre for Biotechnology, a Trivandrum, in India, primo nome dello studio.


Alcune ricerche hanno indicato che il microbioma gastrico e intestinale possa svolgere un ruolo critico nello sviluppo delle malattie associate a H. pylori, ma finora nessun elemento specifico del microbiota è stato chiaramente collegato all’infezione e alle malattie gastriche che ne derivano.


I ricercatori hanno studiato l’infezione da H. pylori, i suoi geni di virulenza, il microbioma intestinale e lo stato clinico di 375 residenti di Trivandrum, nell’India sud-occidentale, mediante coltura standard di H. pylori, genotipo PCR, sequenziamento di Sanger e analisi del microbioma.


Ebbene, gli esperti hanno visto che la colonizzazione gastrica da parte dei ceppi virulenti di H. pylori è necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo delle malattie correlate al batterio. Esistono infatti pool microbici differenti nell’intestino degli individui infettati da H. pylori rispetto a quelli non infettati. Bifidobacterium (appartenente al phylum Actinobacteria) e Bacteroides (appartenente al phylum Bacteroidetes) erano presenti in abbondanza relativa inferiore nel gruppo positivo per H. pylori. Il genere Dialister (batteri appartenenti al phylum Firmicutes) e il genere Prevotella (batteri appartenenti al phylum Bacteroidetes) erano presenti invece in maggiore quantità nel gruppo positivo.

In particolare, coloro che oltre a essere positivi al batterio avevano sviluppato malattie gastriche aggressive avevano anche un’abbondanza relativa estremamente bassa di diverse specie di Bifidobacterium (come B. adolescentis, e B. longum) nell’intestino, fatto che suggerisce un effetto protettivo del Bifidobacterium.


“I nostri risultati mostrano il legame tra i microbi del tratto gastrointestinale inferiore e le malattie del tratto gastrointestinale superiore. Inoltre, quanto abbiamo visto potrebbe avere risvolti importanti per lo sviluppo di probiotici efficaci e per una diagnosi precoce di gravi malattie gastriche” concludono gli autori.


Fonte: Frontiers in Microbiology

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