Colesterolo HDL: potrebbe essere inversamente correlato al rischio di malattia coronarica

Il livello di colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDL-C) può essere inversamente associato al rischio di malattia coronarica nei giovani pazienti non diabetici, specialmente negli uomini, anche se saranno necessarie ulteriori ricerche per confermarlo. Questo è quanto riferisce un nuovo studio pubblicato su Cardiology Research and Practice.


“Abbiamo voluto studiare l’associazione tra i profili lipidici e la malattia coronarica in pazienti non diabetici di età inferiore ai 65 anni” afferma Ziyang Hu, dello Zhongshan Hospital of Traditional Chinese Medicine, in Cina, primo nome dello studio.


I ricercatori hanno arruolato 424 pazienti da gennaio 2019 a dicembre 2020, e li hanno sottoposti a screening con angiografia coronarica. In seguito li hanno divisi in due gruppi in base ai risultati dell’esame, per cui 340 pazienti con presenza di malattia coronarica (con almeno una stenosi coronarica ≥50%) sono stati classificati come gruppo malattia coronarica, e il resto come gruppo normale. Sono stati confrontati i dati demografici e i profili lipidici.


Nel gruppo con malattia coronarica, il livello di colesterolo lipoproteico ad alta densità era più basso, mentre il rapporto trigliceridi (TG)/HDL-C era più alto. Non erano presenti differenze significative tra i due gruppi in termini di età, storia familiare di malattia coronarica, ipertensione e livelli di colesterolo totale, TG e LDL-C.


Negli uomini, in dettaglio, a parte il livello di HDL-C che era significativamente più basso nel gruppo con malattia coronarica rispetto a quello del gruppo normale, i parametri erano comparabili. Gli esperti sottolineano che, sempre negli uomini, un modello di regressione logistica binaria ha indicato che HDL-C era associato a malattia coronarica e che, con l’aumento del numero di arterie coronarie con lesioni, i livelli di HDL-C sono diminuiti significativamente. Nelle donne non sono state osservate differenze tra il gruppo con malattia coronarica e il gruppo normale.


Fonte: Cardiology Research and Practice

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