Impatto della malnutrizione e della sarcopenia sulla qualità di vita nei pazienti con IBD
La malnutrizione e la sarcopenia sono condizioni prevalenti tra le persone che soffrono di malattie infiammatorie intestinali (IBD) e sono […]
La pelle è responsabile della protezione contro una vasta gamma di possibili infezioni su tutte le superfici del nostro corpo, dalla testa ai piedi.
Ora un nuovo studio mostra che l’epidermide è composta da un “esercito” di cellule immunitarie che stazionano a intervalli regolari su tutta la superficie della pelle per resistere alle infezioni. I ricercatori hanno anche scoperto che questi “soldati” sono in grado, quando necessario, di riposizionarsi per proteggere le aree vulnerabili.
Si tratta di un sistema di sorveglianza con due ruoli separati. La pelle controlla le sentinelle mediando il loro numero in base alla propria densità, mentre queste a loro volta forniscono una copertura dinamica per evitare buchi nelle difese della pelle.
L’epidermide contiene due tipi principali di cellule del sistema immunitario, le cellule di Langerhans (Lc) e le cellule T epidermiche dendritiche (Detc). Nello studio, il team ha catturato immagini di queste cellule del sistema immunitario che interagiscono con le cellule epiteliali, le cellule della pelle che compongono la maggior parte dell’epidermide. Gli esperti hanno scoperto che le cellule del sistema immunitario sono distribuite in un modello distinto, mantenendo una distanza minima tra le singole cellule. Secondo i ricercatori, queste cellule immunitarie sembrano avere la capacità di evitarsi l’un l’altra, impedendo i raggruppamenti in qualsiasi luogo e mantenendo una distribuzione coerente. Il fenomeno è simile a una proprietà osservata nei neuroni, in cui gli scienziati hanno osservato una tendenza delle cellule cerebrali di un singolo ramo a evitarsi a vicenda. Lo studio suggerisce quindi che le Lc e le Detc possano avere un meccanismo di auto-evitamento simile alle cellule neuronali.
Quando il team ha rimosso alcune cellule immunitarie in una zona, ha osservato che le cellule rimanenti erano in grado di riposizionarsi attraverso il tessuto cutaneo per difendere le lacune nella copertura. Hanno anche scoperto che potevano interrompere la normale distribuzione di queste cellule eliminando un gene noto come Rac1, che regola le proiezioni sulle cellule immunitarie chiamate dendriti. Questo processo, ipotizzano, aiuta a mantenere la distanza tra le cellule immunitarie. I risultati illustrano come i tipi di cellule specializzate possano cooperare per svolgere un ruolo più ampio all’interno del corpo.
Fonte: Nature Cell Biology
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