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Commozione cerebrale nei bambini: rischio quadruplo di subirla di nuovo
I bambini che hanno subito una commozione cerebrale sono quasi quattro volte più a rischio di doverne affrontare una seconda rispetto a quelli che non ne hanno mai sofferto. A evidenziarlo è una meta-analisi coordinata da Jacqueline van Ierssel, dell’Eastern Ontario Research Institute, in Canada, e pubblicata sul Journal of British Sports Medicine.
Gli scienziati canadesi hanno cercato in quattro database studi di confronto tra il rischio di commozione cerebrale nei bambini di età compresa tra 5 e 18 anni, con e senza precedente commozione cerebrale.
L’analisi, che ha incluso 23.411 bambini, ha mostrato un aumento statisticamente significativo del rischio di commozione cerebrale tra atleti precedentemente colpiti da questo trauma, con rapporti di rischio compresi tra 1,87 e 6,61. Nel complesso, poi, il rischio complessivo di subire una commozione cerebrale era quasi quattro volte maggiore nei bambini con una precedente commozione cerebrale, pari a 3,64.
“I medici dovrebbero prendere in considerazione la gestione dei bambini con commozione cerebrale in modo più conservativo rispetto agli adulti, poiché l’aumento del rischio di commozione cerebrale ricorrente è ancora più preoccupante, dati i tempi di recupero più lunghi nei bambini e le potenziali conseguenze negative a lungo termine durante un periodo così sensibile come la crescita”, spiega van Ierssel.
“Dal momento che attualmente non esiste un biomarcatore oggettivo in grado di rilevare con precisione una commozione cerebrale, può essere difficile determinare quando un bambino si è ripreso da una commozione cerebrale”, aggiunge la ricercatrice, “Ci sono però prove che il recupero clinico si verifica prima di quello fisiologico. Quindi non è chiaro se i bambini siano vulnerabili a commozioni cerebrali ricorrenti perché sono autorizzati a tornare allo sport prima che si siano effettivamente ripresi”.
“Per prevenire complicanze a lungo termine, come malattie neurodegenerative, gli atleti dovrebbero prendere in considerazione il ritiro da sport di contatto o da altre attività a rischio, dopo commozioni cerebrali ricorrenti che si verificano con meno forza e che provocano sintomi più gravi e prolungati”, conclude l’esperta.
Fonte: British Journal of Sports Medicine
IT-NON-03277-W-11/2022
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