Coronaropatia: i giovani afro-americani hanno fattori di rischio atipici

Secondo uno studio presentato alle Virtual Sessions della Society for Cardiovascular Angiography and Interventions, i giovani afro-americani di età pari o inferiore a 45 anni con una coronaropatia mostrano maggiori fattori di rischio non tradizionali rispetto ai pazienti coronaropatici della stessa etnia ma più anziani.


I fattori di rischio non tradizionali prevalenti in questi pazienti di età inferiore a 45 anni con coronaropatia rispetto ai pazienti afro-americani con CAD di età pari o superiore a 45 anni includevano abuso di droghe e alcol, HIV e depressione. Secondo i ricercatori, la coorte più giovane aveva una minore incidenza di fattori di rischio tradizionali come ipertensione, diabete, scompenso cardiaco e apnea ostruttiva del sonno.


“Il nostro studio retrospettivo sul più grande database di pazienti ricoverati degli Stati Uniti ha mirato a identificare i fattori di rischio nella popolazione afro-americana più giovane. Comprendere il profilo dei fattori di rischio e adattare il trattamento è il primo e più importante passo per affrontare questa complessa malattia” afferma Ahmad Awan, dello Howard University Hospital di Washington, DC, primo nome dello studio.


L’analisi ha esaminato 139.657 pazienti afro-americani con coronaropatia ricoverati, 7.093 di età pari o inferiore a 45 anni (54% uomini) e 131.520 di età superiore a 45 anni (51% uomini). Nel gruppo più giovane, rispetto al gruppo più anziano, c’era una maggiore prevalenza di obesità, (31,2% rispetto a 19,4%), pancreatite cronica (1,13% rispetto a 0,75%), abuso di droghe (17,8% rispetto a 6,7%), abuso di alcol (5,2% rispetto a 4,3%), fumo (49,8% rispetto a 46,6%), HIV (1,88% rispetto a 0,88%), malattia renale allo stadio terminale (20,7% rispetto a 14,6%), depressione (13,8% rispetto a 10,4%), e ansia (15,69% rispetto a 9,61%).


“I risultati che abbiamo trovato sono stati sorprendenti. Abbiamo scoperto che molti fattori di rischio non tradizionali predominano nei giovani pazienti afro-americani che presentano malattia coronarica. Dobbiamo comunque sottolineare che il nostro studio è osservazionale, e che questi risultati devono essere convalidati da studi randomizzati controllati ben potenziati” conclude Awan.


Fonte: Society for Cardiovascular Angiography and Interventions Scientific Sessions

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