Covid: allarme oculisti, 8 mln di visite perse e interventi dimezzati
Buratto (Camo), ‘situazione drammatica che mette a rischio la vista’
Controlli oculistici rimandati, interventi chirurgici dimezzati, liste d’attesa quasi raddoppiate. È l’effetto pandemia sulla cura degli occhi: una ‘spallata’ che in Italia ha abbattuto da un lato le visite, producendo una perdita di controlli pari a 8 milioni solo nel 2020, dall’altro le operazioni salva-vista. Per la cataratta, che rappresenta l’83% dell’attività dei centri di chirurgia oftalmica, si è passati da 600mila interventi nel 2019 a 300mila l’anno scorso (-50%). E considerando anche le procedure contro glaucoma, maculopatia, pterigio e altre patologie oculari, il calo resta del 47%. Con un impatto pesante sui tempi necessari a recuperare: se la lista di attesa media per un intervento chirurgico oculistico in epoca pre-Covid era di circa 9 mesi, nel 2020 è schizzata a circa 15. Più di un anno.
A lanciare l’allarme citando dati Soi (Società italiana di oftalmologia) e Iapb (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità) sono gli esperti intervenuti oggi a una conferenza virtuale promossa da Camo (Centro ambrosiano oftalmico Milano) e università degli Studi dell’Insubria, per presentare un’indagine demoscopica Gpf-Camo sulla cataratta. ” È un periodo difficile per tutta la medicina, in particolar modo per l’oculistica che è una delle prime ‘vittime’ della pandemia – afferma Lucio Buratto, direttore scientifico Camo – Le visite all’occhio sono diminuite drasticamente, cosi come le operazioni di cataratta. È una situazione drammatica che mette a rischio la vista”, ammonisce lo specialista.
Un quadro ancora più grave considerando che “in molti casi la mancanza di visite e interventi chirurgici riguarda situazioni gravi e urgenti, che se non eseguiti possono portare alla perdita della vista o a una sua grave compromissione”, avvertono i relatori. Ma i medici insistono anche sui pericoli della mancata prevenzione: “Oltre all’attività chirurgica, quella ambulatoriale ha registrato una riduzione media delle visite pari al 45%”. In pratica, ancora un dimezzamento.
Pesa anche paura contagi, 56% rimanderebbe operazione cataratta
Un recente studio condotto dall’università di Yale (Usa) in collaborazione con il ‘British Medical Journal’, relativa a 20 nazioni tra cui l’Italia – evidenziano gli esperti – ha messo in luce “una riduzione complessiva del 37% delle prestazioni sanitarie, più alta per le visite ambulatoriali (42%) e inferiore per i ricoveri (28%), la diagnostica (31%) e i trattamenti terapeutici (30%), riferibile soprattutto ai pazienti con patologie meno severe. L’oculistica è tra le prime vittime”.
La chiusura o la conversione di interi reparti per fronteggiare l’assistenza ai malati di Covid-19 è solo un aspetto del problema. Oltre alla ‘serrata’ forzata pesano infatti anche i limiti alla mobilità e le paure. Timori fotografati dall’indagine commissionata dal Camo a Gpf, dalla quale risulta che il 56% degli intervistati preferirebbe rimandare l’intervento di cataratta, a fronte di un 44% che invece vorrebbe farlo comunque. Quasi 6 italiani su 10, dunque, non si fidano ancora.
Le strutture provano a rassicurare. “Anche il Camo ha dovuto gestire questa situazione di difficoltà dei pazienti a curare la propria vista. Difficoltà” unite a “timore e disagio”, riferiscono dal centro che, “all’avanguardia per le terapie, ma anche nella gestione dei rischi legati alla pandemia – segnala una nota – ha ricevuto, primo e per ora unico centro medico in Italia, l’attestato ‘Global Safe Site Excellence’ rilasciato da Bureau Veritas”, società che a livello internazionale certifica la salubrità nei luoghi di lavoro, verificando “l’adozione di processi di sicurezza e sanificazione della struttura a tutela dei pazienti e di chi vi lavora”.
Fonte: Adnkronos Salute
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