Covid: anestesisti, ‘pandemia ha mostrato falle, ripensare sistema 118’

“A trent’anni dall’istituzione del 118 come numero unico per le chiamate di emergenza sanitaria e del decreto istitutivo della risposta territoriale, è necessaria una riorganizzazione del sistema che tenga presenti i cambiamenti intercorsi in questo periodo e i progressi registrati in campo scientifico-professionale. La realtà italiana è disomogenea riguardo allo sviluppo e all’implementazione di modelli organizzativi che realmente assicurano una risposta di sistema con piena integrazione con le reti ospedaliere dell’emergenza e delle terapie intensive”. Lo chiedono gli anestesisti-rianimatori in un position paper condiviso dalla Società Italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), dal sindacato Aaroi-Emac, Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani-emergenza area critica, e dal Collegio dei professori di anestesia e rianimazione (Cpar).


“Il ripensamento del sistema extra-ospedaliero di emergenza sanitaria deve essere guidato da standard minimi basati sui principi di: appropriatezza e innovazione gestionale e clinico-assistenziale; tempestività dell’intervento di soccorso in emergenza sul territorio e in ambito ospedaliero; equità di organizzazione e risposta emergenziale sul territorio nazionale, in base alle necessità cliniche del paziente; efficienza e ottimizzazione nell’uso delle risorse disponibili”, evidenzia il documento. 


“Crediamo che sia opportuno dopo tanti anni provare a rifondare il sistema 118-112 – precisa Flavia Petrini, presidente Siaarti – giungendo finalmente ad integrarlo completamente con le reti ospedaliere di Emergenza e Terapia Intensiva. Ad oggi noi continuiamo a registrare una profonda disomogeneità strutturale, che aumenta la difficoltà a fornire risposte coordinate ed efficienti all’emergenza su tutto il territorio nazionale anche in caso di maxi-emergenze – come la pandemia in corso dimostra – che necessitano una stretta collaborazione fra i vari sistemi territoriali diversamente organizzati nelle differenti Regioni e province autonome. Il documento odierno rappresenta pertanto un testo di riferimento importante proposto dai soggetti che esprimono le massime competenze di settore. Desideriamo consegnarlo alle Istituzioni, ai decisori, al Servizio Sanitario Nazionale come stimolo concreto al cambiamento: non è più possibile, anzi risulta pericoloso per i cittadini, attendere ancora per giungere a questo rinnovamento”.


“La necessità di esprimere questo position paper – chiarisce Alessandro Vergallo, presidente del sindacato Aaroi-Emac – nasce dalla volontà di collaborare con tutti gli Interlocutori interessati affinché il Set118 possa finalmente essere riformato in base ad alcuni concetti fondamentali: il Servizio nulla ha a che fare con la medicina di famiglia, mentre invece in troppe Regioni è svolto ‘in convenzione’ attraverso un apposito settore dell’Acn della Medicina generale; è un sistema che nasce per essere ‘pre-ospedaliero’, in quanto destinato a gestire urgenze ed emergenze ‘portando l’ospedale, inteso come tecnologie e competenze mediche ed infermieristiche, a casa’; non è un servizio dove ‘un medico vale l’altro’, né dove un Infermiere esperto e competente nei settori ospedalieri d’emergenza e di rianimazione vale meno di un medico senza competenza ed esperienza specifica e quindi è un servizio in cui il soccorso avanzato deve essere affidato in primis a medici ed infermieri formatisi nell’emergenza-urgenza e nella rianimazione ospedaliera”.


“La grande importanza data in questo position paper agli aspetti formativi indica quanto sia urgente rispondere al bisogno di formazione continua e di qualità – sottolinea Paolo Pelosi, presidente Cpar – ai vari livelli istituzionali, a partire dai corsi di laurea, dalle scuole di specializzazione e dai corsi di formazione continua teorica e pratica di aggiornamento per il personale dirigente medico specialista. Tale processo formativo deve inoltre prestare sempre maggiore attenzione al personale infermieristico e sanitario oltre che tecnico coinvolto a vari livelli e funzioni nel sistema di emergenza, per consentire il mantenimento di un elevato livello di competenze”.


Fonte: Adnkronos Salute

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