Covid: associazioni, ‘in Dl Sostegni maggiori tutele per lavoratori fragili’

Favo, Ail e Uniamo, ‘soddisfazione per l’approvazione delle nostre proposte’ 


“Piena soddisfazione per la normativa contenuta nel Dl Sostegni, appena approvato, che risponde alle esigenze di tutela dei lavoratori fragili, malati e disabili, messi ancor più a dura prova dallo tsunami Covid-19, i cui effetti non impattano unicamente sulla salute ma si estendono, drammaticamente, sulla sfera lavorativa”. A promuovere la normativa sono le associazioni Favo (Federazione volontariato in oncologia), Ail (Associazione per la lotta alle leucemie) e Uniamo (malattie rare), che per mesi si sono battute per arrivare a questo risultato. 


Il decreto, spiegano, “prevede la proroga fino al 30 giugno 2021, dell’equiparazione del periodo di assenza dal lavoro al ricovero ospedaliero per tutti i lavoratori dipendenti pubblici o privati in condizioni di particolare fragilità, in possesso del riconoscimento di handicap grave e in possesso di certificazione attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita”.


“Molto opportunamente il Dl Sostegni chiarisce espressamente che i periodi di assenza dal servizio dei lavoratori fragili, giustificati dalla necessità di prevenire il rischio di contagio da Covid-19 – evidenziano Favo, Ail e Uniamo – non sono computabili nel periodo di comporto, scongiurando, in tal modo, il rischio di licenziamento per giusta causa conseguente al prolungarsi delle assenze dal lavoro”. 


Inoltre, “si esclude che l’assenza dal servizio (equiparata al ricovero) sospenda il pagamento dell’indennità di accompagnamento per quei lavoratori gravemente disabili che ne hanno diritto. Il lavoratore che dimostra di rientrare nella categoria fragile può dunque chiedere di non recarsi al lavoro e che la sua assenza venga equiparata al ricovero ospedaliero. Il trattamento economico, però, normalmente è inferiore alla retribuzione ordinaria, che verrebbe mantenuta in caso di smart working, opzione certamente preferibile ove possibile”, riassumono.


“È passato quasi un anno” da quando le tre associazioni, per la prima volta, chiedevano alla politica di “rivedere le norme a tutela delle assenze dei lavoratori fragili, persone particolarmente a rischio in caso di contagio da Covid-19. L’articolo 26 del Dl Cura Italia, nella sua formulazione originaria, dava luogo a equivoche interpretazioni che ne rendevano di fatto pressoché impossibile la concreta applicazione. La mancanza di attribuzione di responsabilità su chi dovesse certificare lo stato di fragilità ha dato luogo, per mesi, a un rimpallo fra medici di famiglia, medici legali della Asl e clinici dei centri di riferimento”.


“Non era chiaro, inoltre – rilevano Favo, Ail e Uniamo – se le assenze dovessero essere equiparate ai ricoveri ospedalieri, senza incidere sul comporto. Il posto di lavoro delle persone più fragili (malati oncologici e oncoematologici, persone affette da patologie rare, disabili) di fatto non è stato messo in sicurezza e molti di loro hanno superato il numero di giorni di assenza per malattia e, quindi, il periodo di comporto, rischiando il licenziamento. Questo ha significato per i ‘fragili fra i fragili’ dover scegliere tra la salute e il lavoro, diritti fondamentali della persona, costituzionalmente difesi e garantiti”. L’approvazione dell’articolo 15 del Decreto Sostegni arriva, dunque, “dopo mesi di segnalazioni e di azioni di lobbying, anche mediante la presentazione di emendamenti, da parte delle associazioni di pazienti e disabili”.


Fonte: Adnkronos Salute

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