Covid; Ippolito (Spallanzani), ‘in laboratori normale cercare e studiare virus’

“Chi si occupa di patogeni emergenti normalmente cerca virus e, normalmente, li cerca in contesti dove i virus nascono e si diffondono. E utilizza modelli animali, quanto più possibile in sicurezza, sia per infettare gli animali, sia per vederne gli effetti sugli animali infettati”. Lo ha ricordato – in merito alla possibilità di una origine in laboratorio del Sars Cov 2 – Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale Malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma, in audizione in commissione Affari Sociali della Camera per l’esame della proposta di inchiesta parlamentare Formentini sull’istituzione di una Commissione ad hoc “sulle cause dello scoppio della pandemia di Sars-Cov-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall’Oms per evitarne la propagazione nel mondo”.


“Credo che tutti i Paesi lo facciano”, ha detto Ippolito, elencando una serie di episodi che evidenziano presenza di patogeni pericolosi nei laboratori, per esempio, “abbiamo visto quando ci fu l’ultimo focolaio di antrace in Russia, che era frutto di un incidente. Negli Stati Uniti negli ultimi anni i laboratori federali hanno avuto infezioni di diverso tipo” e infine la “tracciatura del virus dal vaiolo” non sufficiente.


Per Ippolito “questi aspetti meritano attenzione da un lato scientifica – tutte le persone che si occupano di analisi filogenetica hanno lavorato e stanno lavorando – dall’altro credo che molto stia facendo anche l’intelligence, cercando anche di tracciare le modalità con cui i ricercatori ottengono e utilizzano i microrganismi e gli animali da esperimento ma anche su come viene gestita l’intera catena degli esperimenti inclusa l’eliminazione degli animali”.


Fonte: Adnkronos Salute

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