Covid: Speranza, ‘alta letalità solo in prima ondata, in seconda Italia al 2,2%’

“L’alta letalità in Italia” si è osservata “solo in prima ondata” pandemica, nella seconda “è stata al 2,2%”. Lo ha chiarito il ministro della Salute Roberto Speranza, nel suo intervento in Aula al Senato durante la discussione delle mozioni di sfiducia nei suoi confronti. 


“Nei primi tempi dell’emergenza, in Italia la capacità di testing era limitata. Si facevano tamponi solo su casi sintomatici di entità rilevante – ha ricordato – Al 15 luglio 2020, registravamo 34.997 decessi e 243.506 casi. Lo studio di sieroprevalenza condotto dall’Istat e presentato il 3 agosto 2020 ha stimato che in quel 15 luglio i contagiati erano in realtà 1.482.000, circa 6 volte il numero dei casi diagnosticati. Solo in seguito, con l’aumento dei test, abbiamo potuto stimare in modo più puntuale i casi e la letalità. E il tasso di letalità sui casi a partire dal 16 luglio è del 2,2%, una percentuale in linea, per lo stesso periodo, con altri Paesi a noi vicini – ha osservato il ministro – per esempio con il 2,3% della Germania. Solo nella prima ondata l’Italia ha avuto un tasso di letalità più elevato, dovuto eminentemente alla durezza dell’impatto nel Nord del Paese. Nella seconda si è mantenuta nella media europea e mondiale”.


“Non c’è discussione sul fatto che i Paesi più anziani siano quelli maggiormente colpiti. E l’Italia è tra questi – ha evidenziato Speranza – è il Paese che si colloca al primo posto in Europa per età mediana (46,7 anni), ha una percentuale di popolazione over 65 superiore al 23% e una percentuale di popolazione over 80 del 7,4%. Una seconda chiave di lettura sta nell’alta percentuale di malattie croniche e comorbilità, in particolare nelle persone anziane”.

Fonte: Adnkronos Salute

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