Le organizzazioni sanitarie devono promuovere una collaborazione tempestiva tra i medici e gli infermieri per un’efficace somministrazione dell’analgesia nella cura della demenza, secondo uno studio pubblicato sull’Australiasian Journal on Ageing.
“Abbiamo cercato di comprendere le prospettive degli infermieri riguardo alla valutazione e gestione del dolore nella cura della demenza in ambiente ospedaliero, e abbiamo tentato di fornire delle raccomandazioni a questo riguardo per la pratica infermieristica” spiega Yvette I-Pei Tsai, della University of Newcastle, New South Wales, Australia, autrice principale del lavoro.
I ricercatori hanno condotto interviste semi-strutturate con otto infermieri che avevano esperienza nella cura della demenza in due unità di cura di un ospedale regionale. I dati sono stati analizzati utilizzando sei fasi di analisi tematica riflessiva.
Sono stati identificati cinque temi, ovvero modalità di comprensione, praticità degli strumenti di valutazione del dolore, utilità dei punteggi del dolore, uso dell’analgesia e limitazioni alla pratica. Gli infermieri percepivano che gli strumenti per il dolore non aiutavano sufficientemente a valutare il dolore nelle persone con demenza, e che spesso era necessario un adattamento per la valutazione pratica. Gli esperti hanno rilevato che l’uso eccessivo di analgesia, la pratica per tentativi ed errori e le prescrizioni ritardate di analgesia hanno limitato l’efficacia della gestione del dolore per le persone con demenza durante il ricovero.
“Abbiamo visto che gli strumenti di valutazione del dolore sono usati come metodo complementare al giudizio intuitivo degli infermieri. Inoltre, sembra che la segnalazione del dolore tramite punteggi richieda una descrizione narrativa più completa per consentire ai medici di riportare accuratamente il dolore di una persona. I medici, poi, dovrebbero ridurre al minimo la pratica per tentativi ed errori nell’analgesia conducendo valutazioni del dolore complete in modo da rendere più chiara la situazione agli infermieri” concludono gli autori.
Fonte: Australas J Ageing. 2022
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/ajag.13146
