Depressione: efficaci le scalate?

La BPT, un intervento che combina uno stile unico di scalata da rocciatore alla psicoterapia, potrebbe offrire un’opzione terapeutica efficace e durevole per la depressione.

Lo suggerisce uno studio condotto su 108 soggetti i cui risultati indicano effetti positivi a breve e lungo termine sulla gravità della depressione, come affermato dall’autrice Laura Schwartz della Alexander University Erlander di Norimberga.

La maggior parte delle terapie per la depressione implica gli antidepressivi, trattamenti psicologici o una combinazione di essi. Gli antidepressivi sono spesso associati ad effetti collaterali, scarsa aderenza e stigmatizzazione e inoltre, un significativo numero di pazienti non riceve psicoterapia per la depressione.

Sono dunque necessarie nuove strategie come complemento a quelle tradizionali. L’attività fisica è inclusa in diverse linee guida europee come terapia integrativa per il trattamento della depressione moderata, ed è stato recentemente dimostrato che la roccia può essere efficace nel miglioramento dei sintomi depressivi.

Il cosiddetto “bouldering” è uno sport in cui lo scalatore tenta tratti di scalata brevi ma difficoltosi su superfici che di solito non superano un’altezza di 4.5 metri, senza l’aiuto di corde o imbragature.

Le palestre per rocciatori offrono prove che differiscono in livello di difficoltà, in corrispondenza di diversi gradi di forma fisica. Alcune precedenti ricerche hanno dimostrato gli effetti terapeutici della roccia e del bouldering per una varietà di disturbi fisici, neurologici e psicologici, fra cui il deficit di attenzione/iperattività, l’ansia ed i disordini alimentari.

Gli studi precedenti supportano il ruolo della roccia e del bouldering nel trattamento della depressione, ma questi studi soffrivano di punti deboli metodologici, oppure hanno esaminato soltanto effetti a breve termine.

Diversi meccanismi potrebbero spiegare l’effetto antidepressivo del bouldering, come l’aumento della sicurezza personale e dell’auto-efficacia, l’incremento della funzionalità cognitiva o della competenza sociale ed un senso di conquista e motivazione.

Questi meccanismi psicologici, insieme ad una varietà di skill che i partecipanti hanno appreso in modo interattivo durante l’intervento, potrebbero persistere dopo l’intervento stesso ed aiutare i partecipanti a superare i problemi correlati alla malattia a lungo termine.

Lo studio fornisce ulteriori evidenze del fatto che coinvolgere i soggetti depressi in  attività fisiche possa avere effetti terapeutici significativi. Gli studi precedenti avevano esaminato una vasta gamma di attività, fra cui deambulazione rapida, jogging, aerobica, sollevamento pesi ed altre forme di esercizio di resistenza. E’ sempre più certo che il beneficio abbia più a che fare con l’essere fisicamente attivi che con un particolare tipo di attività. Gli autori suggeriscono che le prossime ricerche dovrebbero paragonare l’intervento basato sul bouldering alla sola psicoterapia o ad altre forme di attività fisica che nel passato sono risultate attive. 

Fonte: Heliyon. 2019

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