Dialisi e fistole arterovenose: sopravvivenza a confronto con emodialisi o dialisi peritoneale

I raffronti degli esiti delle emodialisi e delle dialisi peritoneali sono spesso ostacolati da fattori interferenti legati alla selezione del paziente, in quanto i pazienti in dialisi peritoneale sono tipicamente più giovani e sani, e potrebbero aver ricevuto un trattamento predialitico più prolungato.

Un recente studio ha paragonato la sopravvivenza ad un anno fra quelli che si ipotizzava fossero gruppi clinicamente equivalenti, ossia pazienti che hanno iniziato l’emodialisi di mantenimento con una fistola arterovenosa (AVP) e quelli che hanno selezionato la dialisi peritoneale come modalità iniziale.

Sono stati presi in considerazione 130.324 pazienti.

Il tasso di mortalità medio dei pazienti in emodialisi era costantemente superiore a quello dei pazienti in dialisi peritoneale, con un tasso di rischio pari ad 1,25 nei modelli non approssimati ed a 0,84 in quelli approssimati.

In ogni caso, le analisi multivariate approssimate per livelli di rischio hanno dimostrato che il tasso di rischio legato all’emodialisi rispetto alla dialisi peritoneale nei primi 90 giorni era pari ad 1,06, ridotto poi a 0,74 nell’arco di 270 e 360 giorni.

Nonostante le limitazioni dello studio, è dunque emerso che i pazienti che rivedono emodialisi con un’AVF sembrerebbero godere di un vantaggio in termini di sopravvivenza rispetto a quelli in dialisi peritoneale dopo 90 giorni dall’inizio della dialisi stessa, tenendo conto anche delle caratteristiche del paziente. Questi dati hanno implicazioni per la scelta della modalità di dialisi iniziale e dell’accesso vascolare per i pazienti.

Fonte: Kidney Med 2020

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