Dieta e coronarie: chi si nutre male rischia una malattia coronarica più grave

La gravità della malattia coronarica (CAD) è direttamente associata a un modello dietetico malsano ed è mediata indirettamente dalla presenza della sindrome metabolica, mentre un modello dietetico sano ha avuto un’associazione diretta inversa con la gravità della CAD, ed è mediata indirettamente dall’assenza di sindrome metabolica, secondo uno studio pubblicato su Nutrition and Health.


“L’associazione di schemi dietetici e sindrome metabolica con la gravità della malattia coronarica (CAD) è poco nota. Per questo abbiamo voluto esplorare la relazione tra i principali modelli dietetici e la gravità della CAD tra i pazienti con nuova diagnosi utilizzando la modellazione delle equazioni strutturali (SEM)” spiega Mohamed Kuhail, della Tehran University of Medical Sciences, in Iran, primo autore dello studio.


I ricercatori hanno studiato 423 pazienti con CAD di nuova diagnosi, la cui gravità è stata valutata dal punteggio Gensini, di età compresa tra 35 e 65 anni, sottoposti ad angiografia coronarica. Tutti i pazienti hanno compilato un questionario semiquantitativo sulla frequenza del cibo e un questionario internazionale sull’attività fisica, la scala dello stress percepito, e sono stati esaminati per quanto riguarda il profilo lipidico, la glicemia a digiuno e le misurazioni antropometriche e della pressione sanguigna.


Gli esperti hanno identificato due modelli identificati come “modello dietetico non salutare” e “modello dietetico salutare”. I risultati dell’analisi SEM hanno mostrato che il modello dietetico non salutare ha un’associazione diretta positiva significativa con la gravità della CAD, che è indirettamente mediata dalla presenza di sindrome metabolica, dopo aver aggiustato per età e scala di stress percepito.


Il modello dietetico sano, invece, ha mostrato un’associazione diretta negativa significativa con il punteggio di Gensini e un’associazione indiretta attraverso la sindrome metabolica negativa, dopo aver aggiustato per genere, attività fisica e scala dello stress percepito.


Fonte: Nutrition and Health

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