Distacco retina: meglio la chirurgia minimamente invasiva

La retinopessia pneumatica (PnR), una procedura minimamente invasiva per riattaccare la retina che può essere eseguita ambulatorialmente, porta a una migliore integrità e struttura a lungo termine dei fotorecettori della retina rispetto alle procedure più invasive in sala operatoria, secondo uno studio pubblicato su JAMA Ophthalmology, e condotto dai ricercatori del St. Michael’s Hospital of Unity Health di Toronto.


“Il nostro studio mostra che esiste una differenza nell’integrità a lungo termine dei fotorecettori tra le diverse tecniche chirurgiche e queste differenze anatomiche sono state associate a risultati visivi” spiega Rajeev Muni, che ha diretto lo studio.


Il gruppo di lavoro del St. Michael’s Hospital aveva dimostrato in precedenza che i pazienti avevano risultati visivi migliori a seguito di una procedura PnR rispetto alla vitrectomia pars plana (PPV), una procedura di sala operatoria. Nella PnR, una piccola bolla di gas viene utilizzata per chiudere la rottura retinica e consentire al fluido di riassorbirsi naturalmente e lentamente. La PPV è invece una tecnica chirurgica in cui il fluido sotto la retina viene rapidamente aspirato e rimosso, riportando con forza la retina in posizione.


In questo studio, i ricercatori hanno determinato che c’era una differenza effettiva nel recupero anatomico dei fotorecettori tra le due tecniche di riattacco della retina.


Utilizzando i dati di uno studio randomizzato condotto presso il St.Michael’s Hospital, gli esperti hanno confrontato le scansioni retiniche a 12 mesi di 72 pazienti che hanno subito un riattacco della retina utilizzando PPV e 73 pazienti che sono invece stati trattati con la PnR minimamente invasiva.


Ebbene, l’imaging ha mostrato che la discontinuità, ovvero l’assenza di una parte dello strato dei fotorecettori, indice di un danno alle cellule critico per la vista e associato a esiti visivi peggiori, era più comune a 12 mesi dopo l’intervento tra i pazienti sottoposti a PPV rispetto ai pazienti gestiti con PnR minimamente invasiva.


“Questi dati forniscono una base anatomica e oggettiva per valutare come superiori i risultati funzionali osservati con la retinopessia pneumatica che abbiamo precedentemente segnalato” spiegano gli autori.


I ricercatori affermano che i loro risultati evidenziano che chiudere la lacerazione della retina, fare il meno possibile e consentire alla retina di riattaccarsi naturalmente porta ai migliori risultati sia dal punto di vista anatomico che visivo. “Questo fatto era precedentemente sconosciuto e, secondo me, cambierà le regole del gioco nel nostro campo” conclude Muni.


Fonte: JAMA Ophthalmology

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