Dolore cronico e personalità borderline

Una significativa proporzione dei pazienti che soffrono di dolore cronico presenta le caratteristiche del disturbo della personalità borderline (BPD): ciò emerge da una revisione di 11 studi effettuata da Fei Cao dell’università del Missouri, secondo la quale questa associazione evidenzia la necessità di migliorare l’accesso ad una buona assistenza psicologica.

Secondo i ricercatori, infatti, trattando il BPD e rispondendo alle necessità psichiatriche come a quelle correlate al dolore del paziente è possibile trattare il dolore stesso con maggiore successo. Molti pazienti con dolore cronico non oncologico presentano almeno un certo grado di resistenza a qualunque tipo di terapia del dolore, e si presume che il BPD possa incrementare il dolore cronico resistente al trattamento.

Il dolore cronico presenta una forte componente psicologica, e molti pazienti che ne sono affetti hanno sofferto traumi psicologici: è necessario pensare a cosa questi pazienti hanno dovuto passare, il che non sempre si traduce nella loro classificazione come pazienti difficili.

Secondo i ricercatori non è possibile aiutare a lungo termine questi pazienti trattando soltanto il dolore, ma è necessario trattare anche il BPD: il trattamento del dolore cronico è spesso a lungo termine, e richiede una buona compliance, mentre una diagnosi di BPD potrebbe suggerire una compliance scarsa. Gli interventi che sono efficaci sia nel trattamento del dolore cronico non oncologico che del BPD comprendono terapia cognitivo-comportamentale, antidepressivi ed anticonvulsivanti, che dovrebbero essere considerati opzioni di prima linea.

Lo studio comunque illustra la natura multidisciplinare delle sindromi dolorose croniche, e sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare a valutazione e trattamento del paziente. 

Fonte: American Academy of Pain Medicine (AAPM) 2020 Annual Meeting

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