Esiste un’associazione bidirezionale tra il Covid-19 e i disturbi psichiatrici?

I sopravvissuti al Covid-19 sembrano essere maggiormente a rischio di sequele psichiatriche. Allo stesso tempo una diagnosi psichiatrica potrebbe essere un fattore di rischio indipendente per il Covid-19.

È quanto indicano i risultati preliminari di uno studio condotto dai ricercatori dell’università di Oxford e pubblicato dalla rivista The Lancet Psychiatry.


I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti dalle cartelle cliniche elettroniche di 69 milioni di individui, 62.354 dei quali avevano ricevuto una diagnosi di Covid-19 tra il 20 gennaio e il 1 ° agosto 2020.


Nei pazienti che non avevano mai sofferto di malattie psichiatriche, una diagnosi di Covid-19 è stata associata ad una maggiore incidenza di una prima diagnosi psichiatrica nei successivi 14-90 giorni rispetto a quanto avviene per i pazienti che si rimettono da altre condizioni di salute come l’influenza, altre infezioni del tratto respiratorio, infezioni della pelle una frattura di un osso. In particolare aumentano le diagnosi di disturbi d’ansia, insonnia e demenza.

L’incidenza di qualsiasi diagnosi psichiatrica nei 14-90 giorni dopo la diagnosi di Covid-19 è stata del 18,1%, compreso il 5,8% in cui si trattava di una prima diagnosi psichiatrica, l’incidenza di una prima diagnosi di demenza nelle persone dai 65 anni in su dopo il Covid-19 è dell’1,6%.
Inoltre, gli autori hanno notato che una diagnosi psichiatrica nell’anno precedente era associata a una maggiore incidenza di diagnosi di Covid-19. Questo rischio era indipendente dai fattori di rischio noti.


Fonte: The Lancet Psychiatry

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