Fusione intersomatica lombare transforaminale: in versione mininvasiva la sicurezza è maggiore

Secondo una revisione della letteratura pubblicata sull’European Spine Journal, la fusione intersomatica lombare transforaminale effettuata in aperto (O-TLIF) o in maniera mininvasiva (MI-TLIF) è ugualmente efficace, ma alcuni esiti di sicurezza propendono a favore della versione mininvasiva.

“Abbiamo voluto determinare se la fusione intersomatica lombare transforaminale in versione in aperto sia da preferire o meno a quella minimamente invasiva, abbiamo analizzato studi prospettici con almeno due anni di follow-up” spiega Max Kunadt, della Universitätsmedizin Berlin, autore principale dello studio.

I ricercatori hanno effettuato una revisione sistematica di sei database, e hanno condotto 10 metanalisi di studi randomizzati e controllati (RCT) e 10 metanalisi di studi prospettici eleggibili (EPS) per confrontare il tasso di fusione, le misure di esito riportate dai pazienti (mal di schiena tramite B-VAS, dolore alle gambe, Oswestry Disability Index – ODI), la sicurezza misurata tramite complicanze operatorie e postoperatorie e l’esito perioperatorio della misura la perdita di sangue stimata (EBL), il tempo dell’intervento e la durata della degenza ospedaliera (LOS). La rilevanza clinica è stata valutata in base alle dimensioni degli effetti complessivi (OES) dei risultati metanalitici statisticamente significativi.

Nelle metanalisi degli studi randomizzati e controllati , la tecnica mininvasiva è risultata statisticamente significativamente superiore nell’ Oswestry Disability Index, la perdita di sangue stimata e nella durata della degenza ospedaliera, con effetti complessivi clinicamente significativi solo nella perdita di sangue stimata e nella degenza ospedaliera.

 Nelle metanalisi degli studi prospettici eleggibili, invece, la metodica minivasiva è risultata statisticamente significativamente superiore nel mal di schiena, complicanze postoperatorie per caso, perdita di sangue stimata e durata della degenza ospedaliera, tutti con effetti complessivi clinicamente significativi ad eccezione del mal di schiena. Le metanalisi delle restanti misure di esito hanno presentato risultati statisticamente non significativi.

In un’analisi descrittiva delle complicanze, le infezioni della ferita postoperatoria predominano nella fusione intersomatica lombare transforaminale effettuata in aperto e il malposizionamento dell’hardware nella metodica mininvasiva.

“Dopo almeno due anni di follow-up, le due tecniche possono essere considerati ugualmente efficaci, il che semplifica la decisione dei chirurghi tra entrambi i trattamenti; tuttavia, gli esiti di sicurezza delle complicanze postoperatorie e dell’esito perioperatorio, perdita stimata di sangue e giorni di degenza ospedaliera sono in favore della metodica minivasiva” concludono gli autori.

Fonte: Eur Spine J. 2022 Jun 14. doi: 10.1007/s00586-022-07223-w.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35699832/

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