Il cervello di chi vive con l’Hiv

Per comprendere meglio come l’Hiv modifica il cervello umano, soprattutto durante l’invecchiamento, un gruppo internazionale di ricercatori ha raccolto i dati della risonanza magnetica di 1.203 persone sieropositive in Africa, Asia, Australia, Europa e Nord America. Si tratta di uno dei più grandi studi di neuroimmagini sull’Hiv.

L’obiettivo era stabilire un modello comune di effetti sul cervello tra le diverse popolazioni. Il punto di forza di questo ampio dataset è che è rappresentativo di un’epoca – la nostra – in cui il trattamento per l’infezione da Hiv è ampiamente disponibile.

I ricercatori hanno esaminato il legame tra il plasma sanguigno, che viene regolarmente raccolto per monitorare la funzione immunitaria e la risposta al trattamento, e il volume delle varie strutture del cervello. La diminuzione della conta dei globuli bianchi indica generalmente che il sistema immunitario è soppresso.

Nel lavoro gli esperti hanno scoperto, per esempio, che i partecipanti con una bassa conta dei globuli bianchi avevano anche un minor volume cerebrale nell’ippocampo e nel talamo, parti del sistema limbico coinvolte nella regolazione della memoria, delle emozioni e del comportamento.

Questi risultati sono importanti perché sono stati in gran parte derivati da scansioni cerebrali di individui sottoposti a terapia antiretrovirale e indicano che le persone che ricevono tale trattamento possono mostrare caratteristiche cerebrali diverse rispetto agli individui non trattati.

L’atrofia accelerata dell’ippocampo, la regione che ha mostrato gli effetti più consistenti nello studio, è una caratteristica delle malattie neurodegenerative comela malattia di Alzheimer. I comuni processi patologici legati all’età e all’Hiv, come l’infiammazione e la compromissione della barriera emato-encefalica, possono accelerare i processi neurodegenerativi legati all’età.

Attraverso questo genere di studi, i ricercatori stanno cominciando a capire il legame tra la funzione immunitaria e le alterazioni cerebrali negli individui che vivono con l’Hiv durante l’invecchiamento.

Il prossimo passo sarà analizzare i dati di imaging nel tempo, per capire ulteriormente come i marcatori clinici dell’infezione da Hiv influenzano il cervello e il tasso di neurodegenerazione.

Fonte: Jama, Network Open

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