Il consumo regolare di miglio può aiutare a ridurre l’anemia

Uno studio pubblicato di recente dalla rivista Frontiers in Nutrition suggerisce che il consumo regolare di miglio può migliorare i livelli di emoglobina e ferritina sierica e ridurre l’anemia da carenza di ferro. La ricerca è una meta-analisi di 22 studi condotti sull’uomo e otto studi di laboratorio sul consumo di miglio e sull’anemia, è stata intrapresa da sette organizzazioni in quattro paesi ed è stata guidata dall’Istituto internazionale di ricerca sulle colture per i tropici semi-aridi (ICRISAT) .


“Lo studio ha concluso che il miglio può fornire la maggior parte del fabbisogno giornaliero di ferro di una persona media. Sebbene la quantità di ferro fornita dipenda dalla varietà di miglio e dalla sua forma di lavorazione, la ricerca mostra chiaramente che il miglio può svolgere un ruolo promettente nella prevenzione e nella riduzione dell’anemia da carenza di ferro”, commenta Seetha Anitha, autore principale dello studio. I ricercatori hanno scoperto che il miglio ha aumentato i livelli di emoglobina fino al 13,2%. Quattro studi nella revisione hanno anche mostrato un aumento della ferritina sierica in media del 54,7%.


Gli studi scelti per l’analisi hanno coinvolto quasi 1.000 bambini, adolescenti e adulti e valutato sei diversi tipi di miglio. “È stato dimostrato che l’anemia da carenza di ferro influisce sullo sviluppo cognitivo e fisico nei bambini e riduce la produttività negli adulti”, osserva Jacqueline Hughes, direttore generale, ICRISAT.


“Uno studio sull’anemia che valuti tutti i diversi tipi di miglio, le varietà comuni e tutte le principali forme di lavorazione e cottura fornirà i dettagli necessari per la progettazione degli interventi necessari per avere un impatto importante sulla riduzione dell’anemia a livello globale”, secondo Ian Givens, coautore dello studio e direttore dell’Istituto di alimentazione, nutrizione e salute (IFNH) dell’Università di Reading in il Regno Unito. “È stato spesso affermato che il ferro contenuto nel miglio non è altamente biodisponibile a causa dei presunti alti livelli di antinutrienti. La nostra analisi dimostra che questo non è corretto”, aggiunge Joanna Kane-Potaka, ex vicedirettore generale dell’ICRISAT e direttore esecutivo dell’iniziativa Smart Food, co-autrice dello studio. La ricerca ha anche mostrato che la lavorazione può aumentare significativamente la quantità di ferro biodisponibile. Ad esempio, gli snack al miglio realizzati per espansione (estrusione) hanno aumentato il ferro biodisponibile di 5,4 volte, mentre la fermentazione, il popping e il malto hanno più che triplicato il ferro biodisponibile. La germinazione (germogliazione) e la decorticazione (dehulling) hanno più che raddoppiato il ferro biodisponibile.


Fonte: Front. Nutr

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