Il microbioma intestinale influenza il metabolismo degli alimenti trasformati

Gli studi sul microbioma nell’intestino umano si sono finora concentrati principalmente sui batteri, trascurando altri microbi come virus, protisti e funghi.

Ora una nuova ricerca sui topi indica un ruolo significativo per i funghi nell’intestino – le comunità di muffe e lieviti noti come microbioma – che sono l’interfaccia attiva tra l’ospite e la loro dieta.


I risultati hanno osservato che il microbioma intestinale di topi sani è stato modellato dall’ambiente, compresa la dieta, e che è significativamente correlato con i risultati metabolici. I risultati dello studio supportano un ruolo per il microbioma intestinale nell’adattamento metabolico dell’ospite, e questi dati hanno importanti implicazioni per quanto riguarda la progettazione di studi sul microbioma e la riproducibilità degli studi sperimentali sul metabolismo dell’ospite.


Gli esperti hanno esaminato i funghi nel digiuno dell’intestino tenue del topo, dove la popolazione fungina è più diversificata. Hanno trovato che l’esposizione a una dieta elaborata, rappresentativa di una tipica dieta occidentale ricca di carboidrati, ha portato a differenze persistenti nelle comunità fungine significativamente associate con la deposizione differenziale di massa corporea nei topi maschi, rispetto ai topi alimentati con una dieta standardizzata.


I ricercatori hanno scoperto che il deposito di grasso nel fegato, l’adattamento trascrizionale dei tessuti metabolicamente attivi e i livelli di biomarcatori metabolici nel siero erano tutti collegati con le alterazioni nella diversità e la composizione della comunità fungina. Le variazioni di funghi da due generi – Thermomyces e Saccharomyces – sono state fortemente associate con disturbi metabolici e aumento di peso.


I ricercatori hanno anche affrontato una domanda fondamentale: gli organismi fungini rilevati dal sequenziamento provengono dalla dieta, o sono veri organismi commensali che colonizzano e replicano nell’intestino? I risultati hanno dimostrato che i funghi del digiuno sono veri colonizzatori commensali.


Lo studio ha così dimostrato che le variazioni nell’abbondanza relativa e la composizione del microbioma intestinale correlano con caratteristiche chiave del metabolismo dell’ospite. Questo pone un fondamento verso la comprensione delle complesse interazioni interkingdom tra batteri e funghi.


Fonte: Communications Biology

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