Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
L’Oms Europa ha lanciato congiuntamente la Rete paneuropea per il controllo delle malattie (Ndc) con l’Agenzia per la […]
I primi mesi della pandemia hanno avuto importanti ripercussioni sulla condizione socio-economica e psichica della popolazione italiana. Non sorprendono le conclusioni di uno studio condotto dai ricercatori del Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale dell’Istituto Superiore di Sanità e pubblicato dalla Rivista di Psichiatria.
Partendo dai dati del Registro Nazionale Gemelli (progetto di ricerca dell’Iss) vengono valutate le ripercussioni della pandemia sull’equilibrio fisico e psichico della popolazione italiana adulta a partire dal lockdown del marzo 2020. La pubblicazione presenta i risultati della priva rilevazione (giugno 2020).
Lo studio longitudinale coinvolge un campione di 2.589 gemelli di tutte le età (18-93) residenti in Italia che sono stati sottoposti a un questionario online. I partecipanti hanno fornito informazioni riguardo la loro condizione socio-economica, lo stato di salute propria e dei familiari conviventi durante il lockdown e l’impatto della pandemia (in particolare delle prime fasi) sulla propria vita. I ricercatori hanno valutato i livelli di ansia, stress e depressione mediante gli strumenti STAI-6, IES-R e PHQ-9.
La prevalenza di Covid-19 è stata inferiore all’1% mentre il 13% circa dei rispondenti ha dichiarato che un familiare convivente aveva avuto sintomi. Il 60% dei partecipanti ha dichiarato di aver dovuto cambiare modalità di lavoro e un terzo del campione ha dovuto sospendere totalmente l’attività lavorativa, scrivono gli autori. Il 50% circa del campione ha riferito sintomi d’ansia e nel 10% circa dei soggetti si sono osservati sintomi di un probabile disturbo da stress post-traumatico o depressivo. Sono stati osservati livelli di ansia, stress e depressione più elevati tra le donne, tra coloro che avevano un basso livello di istruzione o che risiedevano nel Sud o nelle Isole.
I ricercatori concludo sottolineando l’importanza di “condurre ulteriori studi su campioni rappresentativi per monitorare gli effetti della pandemia sulla salute mentale della popolazione generale”.
E aggiungono: “sarà parimenti importante, nel breve e lungo periodo, promuovere azioni e interventi specifici e rapidamente innovativi rispetto a nuovi bisogni emergenti, soprattutto a supporto e tutela delle persone maggiormente a rischio come i giovani e le persone culturalmente e socio-economicamente svantaggiate”.
Fonte: Rivista di Psichiatria