Fibrillazione atriale: consumo di bevande zuccherate aumenta il rischio
Bere, in una settimana, due litri o più di bevande zuccherate, anche con dolcificanti artificiali, espone a un maggior rischio […]
Uno studio che ha coinvolto 10,9 milioni di nati vivi negli Stati Uniti ha mostrato che le donne che utilizzano tecnologie di riproduzione assistita presentano un rischio maggiore di eclampsia.
“Studi recenti hanno mostrato che l’uso della tecnologia di riproduzione assistita è associato a un aumentato rischio di disturbi ipertensivi in gravidanza” spiega Adriana Facchiano, della Temple University, presentando il lavoro al virtual meeting dell’American College of Obstetricians and Gynecologists.
I ricercatori hanno tentato di identificare una relazione tra la tecnologia di riproduzione assistita e l’eclampsia, conducendo uno studio retrospettivo caso-controllo sui nati vivi negli Stati Uniti dal 2016 al 2018 utilizzando il database di natalità dei Centers for Disease Control and Prevention.
Nella popolazione considerata, 10.822.842 pazienti non avevano utilizzato la tecnologia di riproduzione assistita, mentre 122.090, con età media più elevata e principalmente bianche, lo avevano fatto.
L’analisi dei dati ha mostrato che l’eclampsia è stata osservata in 581 pazienti che avevano utilizzato la tecnologia di riproduzione assistita e in 27.785 pazienti che non l’avevano utilizzata, con un odds ratio di 1,86. La situazione è rimasta pressoché invariata quando i ricercatori hanno inserito nell’analisi possibili fattori confondenti quali l’età materna, l’indice di massa corporea, comorbilità come ipertensione cronica e diabete pre-gestazionale, fumo pre-gestazionale, nascite multiple, numero di visite prenatali, e assicurazione sanitaria.
“Nonostante l’aumento della vigilanza osservato in molte di queste gravidanze, la riproduzione assistita è un fattore di rischio significativo per l’eclampsia. Gli specialisti dovrebbero tenere conto di questo risultato clinico, anche se saranno sicuramente necessari ulteriori studi di conferma” conclude Facchiano.
Fonte: American College of Obstetricians and Gynecologists Annual Clinical and Scientific Meeting; April 30-May 4, 2021
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