La genetica lega la malattia coronarica e il fegato

Secondo un nuovo studio pubblicato sull’American Journal of Human Genetics, più di un terzo delle varianti genetiche che aumentano il rischio di malattia coronarica regolano l’espressione dei geni nel fegato. Queste varianti hanno, tra le altre cose, un impatto sull’espressione dei geni che regolano il metabolismo del colesterolo.


“I nostri risultati non solo confermano la correlazione tra i livelli di colesterolo e il rischio di malattia coronarica, ma individuano anche per la prima volta i polimorfismi a singolo nucleotide causale e i potenziali geni bersaglio che mediano il rischio” afferma Minna Kaikkonen, dell’Università della Finlandia orientale, autrice senior dello studio.


La malattia coronarica e la sua complicanza più importante, ovvero l’infarto del miocardio, sono tra le principali cause di morte nel mondo occidentale.


Sia i fattori genetici che quelli ambientali contribuiscono alla malattia, e recenti studi di associazione sull’intero genoma hanno identificato circa 200 loci di rischio per la malattia coronarica, ma la stragrande maggioranza di tali varianti si trova nelle regioni non codificanti del genoma e non ha alcuna funzione biologica nota.


Anche se la caratterizzazione funzionale delle varianti è stata difficile in passato, grazie a nuove e avanzate tecniche di genomica come RNA-seq, ChIP-seq, STARR-seq e HiC e all’analisi computazionale, ora è possibile cercare di approfondire la conoscenza sulle funzioni delle varianti e sul coinvolgimento del fegato nella progressione della malattia coronarica.


L’analisi dei dati ha mostrato che oltre un terzo delle varianti di rischio per coronaropatia si trova in elementi regolatori specifici del fegato e agisce per regolare l’espressione dei geni implicati nei tradizionali fattori di rischio, come i tratti correlati al glucosio e al colesterolo. Inoltre ha anche evidenziato che gli elementi regolatori contenenti varianti di rischio spesso sembrano regolare molti geni, non solo uno.


“Nel complesso, i nostri risultati ampliano l’elenco dei geni e dei meccanismi regolatori che agiscono nel fegato e regolano il rischio di sviluppo di coronaropatia. Decifrare le reti di regolazione genica sta diventando sempre più importante per comprendere i meccanismi della malattia e sviluppare terapie farmacologiche di prossima generazione” conclude Kaikkonen.


Fonte: American Journal of Human Genetics

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