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L’esposizione al cadmio del nascituro legata ad asma e allergie
I bambini nati con livelli più alti di cadmio nel sangue del cordone ombelicale possono avere maggiori probabilità di sviluppare asma e allergie infantili. E’ quanto emerge da una ricerca presentata al Congresso Internazionale della European Respiratory Society, che quest’anno si è tenuto in modalità virtuale
Il cadmio è noto per essere pericoloso per la salute umana e il suo uso è limitato nell’Unione Europea, ma è stato ampiamente utilizzato, per esempio nelle batterie, nei pigmenti e come rivestimento per altri metalli. È presente anche nel tabacco e può entrare nell’organismo anche attraverso il fumo passivo.
Per indagare i livelli di alcuni metalli pesanti a cui i bambini sono esposti nel grembo materno e capire l’impatto che questo può avere sul loro sviluppo e sulla loro salute futura, i ricercatori hanno coinvolto 706 donne e i loro figli.
Gli esperti hanno misurato le quantità di tre diversi metalli pesanti – cadmio, manganese e piombo – nel sangue delle donne durante la gravidanza e in quello prelevato dai cordoni ombelicali dei loro bambini, seguendo questi ultimi fino all’età di otto anni e registrando se qualcuno di loro sviluppava asma, rinite allergica, eczema o allergie alimentari. Sono stati considerati anche fattori noti per influenzare queste condizioni, come l’anamnesi familiare dei bambini e se i loro genitori fumavano.
I ricercatori hanno trovato una media di 0,8 microgrammi di cadmio per litro (μg/L) nel sangue delle madri e una media di 0,5 μg/L nel sangue del cordone ombelicale.
I risultati suggeriscono che livelli più alti di cadmio trovati nel sangue del cordone ombelicale dei neonati (sopra 0,7 μg/L) sono collegati a un possibile aumento del rischio di asma di circa il 24%, rispetto ai livelli più bassi (sotto 0,3 μg/L), e un probabile aumento del rischio di allergie alimentari di circa il 44%. Livelli più alti di manganese nel sangue delle madri (superiori a 1,1 μg/L) sono stati legati ad un possibile aumento del rischio di eczema (un noto fattore di rischio per lo sviluppo dell’asma), rispetto ai livelli più bassi (inferiori a 0,5 μg/L).
Lo studio suggerisce quindi che l’esposizione al cadmio nell’utero potrebbe avere un ruolo nell’aumentare il rischio di asma e allergie nei bambini.
Fonte: Congresso Internazionale della European Respiratory Society
IT-NON-02864-W-09/2022
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