L’impatto delle mutazioni somatiche sullo sviluppo della schizofrenia

Uno studio pubblicato dalla rivista Biological Psychiatry suggerisce che le mutazioni geniche somatiche nelle cellule cerebrali potrebbero spiegare alcune malattie neuropatologiche. La ricerca è stata guidata da Jeong Ho Lee, del Korea Advanced Institute of Science and Technology e dal team dello Stanley Medical Research Institute.


Naturalmente le mutazioni somatiche molto più difficili da rilevare rispetto alle mutazioni della linea germinale. Di recente però sono state sviluppate delle tecniche di sequenziamento che permettono di rilevare le mutazioni somatiche e diversi studi hanno dimostrato che anche mutazioni presenti a livelli molto bassi possono avere conseguenze funzionali. Sono state identificate, per esempio, delle mutazioni somatiche nelle cellule cerebrali associata alla schizofrenia.


In questo studio, i ricercatori hanno effettuato il sequenziamento dell’intero esoma di campioni post-mortem provenienti da diverse parti del corpo (cervello, fegato, cuore, milza) di 27 persone con schizofrenia e 31 partecipanti di controllo.


Il team ha così identificato una media di 4,9 varianti somatiche a singolo nucleotide (SNV, dall’inglese single nucleotide variation) nei campioni di cervello delle persone con schizofrenia e 5,6 SNV somatici in campioni cerebrali di soggetti di controllo. Sebbene non vi fosse alcuna differenza significativa nella quantità di SNV somatici tra soggetti schizofrenici e controllo, i ricercatori hanno scoperto che le mutazioni nei pazienti si trovavano in geni già associati alla malattia.


I ricercatori hanno notato che due persone con schizofrenia presentavano mutazioni somatiche a livello del gene che codifica per la proteina GRIN2B. GRIN2B è un componente proteico dei recettori del glutammato di tipo NMDA, ed è uno dei geni più studiati nella schizofrenia.


John Krystal, Editor di Biological Psychiatry, ha scritto commentando la ricerca: “la genetica della schizofrenia è stata studiata per diversi decenni. Ora emerge una nuova possibilità: che in alcuni casi, le mutazioni nel Dna delle cellule cerebrali contribuiscano allo sviluppo della malattia. Sorprendentemente questa ‘nuova biologia’ ci riporta ad una vecchia storia della schizofrenia: la disfunzione del recettore del glutammato NMDA”.


Esperimenti sui neuroni corticali dei topi, in cui sono state riprodotte le mutazioni osservate nei pazienti, hanno dimostrato che le mutazioni ostacolano la normale localizzazione dei recettori al livello dendriti dei neuroni e quindi impediscono la corretta formazione delle sinapsi.


Le mutazioni somatiche identificate nello studio avevano una frequenza allelica dell’1% circa, quindi erano rare. Tuttavia, hanno il potenziale per provocare una disfunzione corticale diffusa. “Questo studio ha mostrato sperimentalmente la conseguenza biologica delle mutazioni somatiche identificate, che hanno portato ad anomalie neuronali associate alla schizofrenia”, commenta Lee. “Quindi la ricerca suggerisce che le mutazioni somatiche del cervello possono contribuire allo sviluppo della malattia”.


Fonte: Biological Psychiatry

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