Fibrillazione atriale: consumo di bevande zuccherate aumenta il rischio
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Una squadra internazionale di ricercatori ha identificato alcuni dei meccanismi attraverso i quali l’ipertensione porta a danni arteriosi e ad aterosclerosi, e li ha presentati in uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology. Lo studio è stato condotto su un modello suino, per sfruttare le somiglianze tra il sistema cardiovascolare dei maiali con quello dell’uomo.
“Le nuove scoperte potrebbero permetterci di ideare strategie di trattamento mirate ai meccanismi della malattia appena scoperti. Ipertensione e aterosclerosi sono tra i principali problemi di salute al mondo, quindi la posta in gioco è molto alta” spiega Rozh Al-Mashhadi, dell’Aarhus Unicersity e dell’Aarhus University Hospital, che ha diretto lo studio.
Da tempo ormai gli esperti si domandano se il danno arterioso sia causato dalla pressione elevata in sé o se sia presente il coinvolgimento di ormoni, e svelare i meccanismi alla base dell’aterosclerosi indotta dall’ipertensione ha importanti implicazioni. “Abbiamo diversi trattamenti per l’ipertensione volti a riportare la pressione sanguigna a livelli normali. Tuttavia, questo risultato può essere difficile da raggiungere in molti pazienti. Per sviluppare nuove terapie, dobbiamo chiarire i meccanismi con cui l’ipertensione danneggia la parete arteriosa” prosegue Al-Mashhadi.
I ricercatori hanno mostrato che l’ipertensione è in grado di esercitare il suo effetto dannoso sulla parete arteriosa attraverso la pressione meccanica diretta, senza il coinvolgimento degli ormoni trasportati nel flusso sanguigno. Gli esperti hanno anche identificato il passaggio fondamentale che collega l’ipertensione all’aterosclerosi, dimostrando che l’ipertensione causa un accumulo di colesterolo LDL nella parete arteriosa. Infine, gli autori hanno studiato, tramite una tecnica che quantifica simultaneamente tutte le proteine nella parete arteriosa, come l’ipertensione causi tale accumulo, e hanno scoperto che lo fa tramite cambiamenti strutturali nella parete arteriosa, riducendo il trasporto delle proteine dal sangue alla parete stessa. “Possiamo paragonare la situazione a un setaccio in cui i fori sono troppo piccoli, per cui si ha un aumento dell’accumulo di colesterolo che porta all’aterosclerosi” chiariscono gli autori.
Secondo gli esperti, questo studio potrà aiutare a sviluppare nuove terapie per individui ipertesi.
Fonte: Journal of the American College of Cardiology
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