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L’obesità potrebbe contribuire alla fragilità del cervello nell’Alzheimer
Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Sheffield ha rivelato che l’obesità può contribuire alla vulnerabilità del tessuto neurale, mentre il mantenimento di un peso corporeo “sano” potrebbe aiutare a preservare la struttura del cervello.
I risultati, pubblicati su The Journal of Alzheimer’s Disease Reports, evidenziano anche l’impatto che il sovrappeso nella mezza età potrebbe avere sulla salute del cervello in età avanzata.
“Si ritiene che più di 50 milioni di persone convivano con la malattia di Alzheimer e nonostante decenni di studi innovativi e un enorme sforzo di ricerca non abbiamo ancora una cura per questa crudele malattia”, commenta Annalena Venneri, che ha diretto lo studio.
Conoscere i fattori che potrebbero esacerbare la malattia fornisce almeno uno strumento, in parte, di prevenzione e che può aiutare a cercare di ridurne l’onere.
I ricercatori hanno esaminato le risonanze magnetiche cerebrali di 47 pazienti con diagnosi clinica di Alzheimer lieve, 68 pazienti con decadimento cognitivo lieve e 57 individui cognitivamente sani.
Hanno utilizzato tre tecniche computazionali complementari per esaminare l’anatomia del cervello, il flusso sanguigno e l’integrità della sostanza bianca.
Nei pazienti con demenza lieve, è stata trovata un’associazione positiva tra l’obesità e il volume della materia grigia attorno alla giunzione temporo-parietale destra.
Ciò suggerisce che l’obesità potrebbe contribuire alla vulnerabilità neurale in individui cognitivamente sani e in quelli con lieve deterioramento cognitivo. Lo studio ha anche rivelato che il mantenimento di un peso sano nell’Alzheimer lieve potrebbe aiutare a preservare la struttura del cervello.
Fonte: The Journal of Alzheimer’s Disease Reports
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