Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
L’Oms Europa ha lanciato congiuntamente la Rete paneuropea per il controllo delle malattie (Ndc) con l’Agenzia per la […]
Nonostante restino un’efficace strategia di contenimento del COVID-19, nei pazienti con psoriasi e dermatite seborroica le mascherine possono determinare delle riacutizzazioni delle malattie cutanee a livello facciale. È quanto osservato da un team italiano, coordinato da Giovanni Damiani dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, che ha pubblicato un’indagine sull’Italian Journal of Dermatology and Venereology e secondo il quale, l’approccio terapeutico verso questi soggetti predisposti dovrebbe essere più aggressivo.
Il team ha condotto uno studio multicentrico arruolando pazienti con diagnosi di dermatite seborroica e psoriasi al volto. Tutte le visite sono state condotte in teledermatologia all’inizio e dopo un mese in cui i partecipanti indossavano la mascherina per più di sei ore al giorno.
In tutto, sono stati analizzati 33 pazienti con psoriasi e 33 con dermatite seborroica. Dopo un mese, i pazienti con psoriasi mostravano più elevati valori sia di indice PASI che di SAPASI (self-administered PASI), il PASI auto-somministrato. Anche i pazienti con dermatite seborroica manifestavano una riacutizzazione della malattia, come evidenziato da entrambi gli indici sulla scala dei sintomi della dermatite seborroica (SSSD) e dal seborrheic dermatitis area and severity index (SEDASI). La tipologia di mascherina, infine, non sembrerebbe influenzare la gravità delle riacutizzazioni.
Fonte: Ital J Dermatol Venereol (2022) – doi: 10.23736/S2784-8671.22.07246-2