Medicina: umanizzazione delle cure e autismo, tavola rotonda al S.Raffaele Roma

All’incontro di domani prenderanno parte tra gli altri Rezza, Brusaferro, Annicchiarico e mons. Paglia


Una tavola rotonda per discutere dell’applicazione concreta dell’umanizzazione in medicina. E’ quella che si aprirà domani mattina alle 9.30 nella sala convegni dell’Irccs San Raffaele Roma dal titolo ‘Umanizzazione in medicina – il caso dei disturbi dello spettro autistico’ Un focus sarà dedicato infatti anche ai disturbi dello spettro autistico che in Italia interessano 1 bambino su 77 (età 7-9 anni con una prevalenza maschile di 4,4 volte). 


Al dibattito organizzato dell’Istituto di ricerca romano con l’Università Telematica San Raffaele, parteciperanno, tra gli altri, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro; monsignor Vincenzo Paglia, presidente dell’Accademia Pontificia per la Vita; Giovanni Rezza, direttore generale Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute, e Massimo Annicchiarico, direttore Direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria. La Tavola rotonda sarà introdotta da Massimo Fini, direttore scientifico dell’Irccs San Raffaele Roma, Vilberto Stocchi, rettore dell’Università San Raffaele e sarà moderata da Amalia Allocca e Enrico Garaci, rispettivamente direttrice sanitaria e presidente del Comitato scientifico dell’Irccs San Raffaele Roma.


‘Vanno definiti criteri precisi e un indice di valutazione’


L’umanizzazione in medicina è attualmente considerata un elemento importante anche ai fini dell’accreditamento “ma – afferma Geraci – sul punto la norma è ancora generica. Il Dl 469/2010, infatti, cita l’umanizzazione senza indicare i relativi criteri e i valori necessari per ottenere l’accreditamento. Per questo – anticipa il presidente del Comitato scientifico del San Raffaele Roma – sarà avanzata una proposta perché si definiscano dei criteri precisi e in particolare un indice di valutazione dell’umanizzazione con parametri obiettivi (Ivu), in analogia con l’Impact Factor usato come indice bibliometrico. Ciò contribuirebbe – sottolinea Geraci – a incentivare, lungo il percorso diagnostico terapeutico assistenziale, il ricorso all’umanizzazione quale prassi costante nella cura della persona”.


Il focus dedicato ai disturbi dello spettro autistico in un’epoca in cui si afferma sempre di più il concetto di Medicina personalizzata con una visione più integrata, volta al recupero del concetto del prendersi cura della persona, “non risponde solamente a un imperativo etico di rispetto ma si dimostra essere – spiega Allocca – anche una pratica volta al miglioramento della ‘performance’ del paziente oltre che vantaggiosa sotto il profilo della spesa sanitaria. L’umanizzazione in medicina – sottolinea la direttrice sanitaria – raffigura un importante passaggio finalizzato a promuovere le relazioni umane e la comunicazione sociale. Circostanze, che spesso mancano e che potrebbero essere importanti nell’affrontare gli aspetti legati all’autismo”. 

Fonte: Adnkronos Salute

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