Nei pazienti con malattia coronarica stabile il fumo peggiora gli esiti

I fumatori con malattia coronarica stabile hanno un rischio notevolmente aumentato di futuri eventi cardiovascolari, inclusa la mortalità, rispetto ai non fumatori, secondo uno studio pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology. Il gruppo di lavoro, diretto da Nadia Bouabdallaoui, della Université de Montreal, Canada, riferisce anche che negli ex fumatori il rischio cardiovascolare rimane elevato seppur a un livello intermedio tra quello degli attuali e dei non fumatori, rafforzando l’importanza della cessazione dal fumo.


“Il fumo è un importante fattore di rischio prevenibile per le malattie cardiovascolari e la mortalità. Tuttavia, il ‘paradosso del fumatore’ suggerisce che questa abitudine sia associata a una migliore sopravvivenza dopo infarto miocardico acuto. Per meglio chiarire la questione, abbiamo voluto studiare l’impatto del fumo sulla mortalità e sugli esiti cardiovascolari nei pazienti con malattia coronarica stabile” spiegano gli autori.


I ricercatori hanno incluso nello studio 32.378 pazienti; di questi, il 41,3% non aveva mai fumato, il 12,5% era composto da fumatori attuali e il 46,2% da ex fumatori. I fumatori attuali erano più giovani dei non fumatori e degli ex fumatori, e c’erano più uomini tra i fumatori attuali o ex rispetto ai non fumatori.


L’analisi dei dati ha mostrato che rispetto ai non fumatori, sia i fumatori attuali che quelli precedenti erano a più alto rischio di morte per tutte le cause e morte cardiovascolare entro cinque anni.


Rischi simili e aumentati erano presenti per infarto miocardico e il composito di morte cardiovascolare, infarto miocardico e ictus.


Fonte: Eur J Prev Cardiol. 2021

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