Neoplasie regione testa-collo: predizione di disfagia e mucosite orale da radio e chemioterapia
Nonostante i progressi nel trattamento del cancro della testa e del collo, praticamente tutti i pazienti sperimentano tossicità indotte dalla […]
L’Institute of Bioengineering and Nanotechnology (IBN) di A * STAR ha collaborato con il Singapore Institute of Advanced Medicine Holdings Pte Ltd (SIAMH) nella messa a punto dei primi modelli organoidi 3D di cancro nasofaringeo derivati da pazienti in vitro. Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Frontiers in Oncology.
Il modello potrà servire per la ricerca della dose ottimale di radiazioni, necessaria per causare danni sufficienti alle cellule tumorali ipossiche. Tale dose verrà poi usata per calcolare quella adatta alla pratica clinica.
La radioterapia viene usata in genere come trattamento per i casi ricorrenti, avanzati e non operabili di questo tipo di tumore. Bisogna però usare la quantità di radiazioni sufficiente. Mancano, secondo quanto riferiscono gli autori, modelli in vitro di tumore nasofaringeo e ciò ha rallentato lo sviluppo di trattamenti personalizzati.
Nello studio, sono state utilizzate due linee di xenotrapianto derivate dai pazienti per stabilire modelli 3D in vitro di cancro nasofaringeo ipossico radioresistente. Questi imitavano i volumi ipossici radioresistenti di tumori ricorrenti e somigliavano molto ai tumori dei pazienti.
Grazie a questi modelli i ricercatori sono stati in grado di determinare sperimentalmente i parametri radiobiologici che forniscono una guida migliore nel dosaggio delle radiazioni, in modo tale che le cellule tumorali ipossiche radioresistenti possano essere eliminate, riducendo così le possibilità di recidive tumorali. Lo studio ha dimostrato che l’aumento della dose di radiazioni – dirette contro le aree ipossiche radioresistenti del tumore – di circa 1,4 volte potrebbe migliorare il risultato del trattamento.
Fonte: Frontiers in Oncology