Rischio ipertensione maggiore nei bambini operati per cardiopatie congenite in tenera età

Uno studio pubblicato su JAMA Network Open conclude che, sebbene la chirurgia per correggere una cardiopatia congenita entro 10 anni dalla nascita possa riportare il cuore a una funzione sana, può anche essere associata a un aumento del rischio di ipertensione entro pochi mesi o anni dopo l’intervento chirurgico. I ricercatori hanno infatti dimostrato che i bambini che avevano subito interventi di riparazione cardiaca avevano 13 volte più probabilità di sviluppare ipertensione da adulti rispetto alla popolazione generale.


“La cardiopatia congenita è tra le forme più comuni di difetti alla nascita e gli interventi chirurgici di successo vengono solitamente eseguiti prima dei due anni; tuttavia, i rischi specifici di esiti negativi a lungo termine, tra cui l’ipertensione, sono sostanzialmente sconosciuti per questo popolazione” spiega Chirag Parikh, della Johns Hopkins University School of Medicine, autore principale dello studio.


Per meglio chiarire la situazione i ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche di sette database di pazienti canadesi selezionando 3.600 bambini che avevano subito interventi chirurgici per riparare una cardiopatia entro 10 anni dalla nascita, e li hanno confrontati con altri 36.000 che non avevano difetti congeniti.

La maggior parte dei pazienti che avevano subito un intervento chirurgico di riparazione erano maschi nati prematuramente con basso peso alla nascita, e l’età al momento del primo intervento era di circa 150 giorni.


Gli interventi di riparazione cardiaca eseguiti sono stati classificati con un punteggio da 1 a 4 in base alla complessità crescente, e il 43% degli stessi era compreso nelle categorie 3 o 4, e le due procedure eseguite più comunemente sono state la chiusura di comunicazioni tra gli atri o tra i ventricoli. I bambini partecipanti allo studio sono stati seguiti dal punto di vista medico fino a 13 anni, con dati raccolti fino alla morte, alla diagnosi di ipertensione o alla fine dello studio.


Dei 3.600 soggetti che hanno subito un intervento chirurgico, il 12,4% ha sviluppato ipertensione, rispetto all’1,1% dei controlli. Ciò significa che i bambini che avevano subito un intervento chirurgico di riparazione della malattia coronarica avevano una probabilità 12 volte maggiore di diventare ipertesi. Più complesso è stato l’intervento, maggiore è stato il rischio di sviluppare ipertensione. Altri fattori che hanno aumentato il rischio di una futura ipertensione sono stati il fatto di essere sottoposti alla chirurgia di riparazione all’età di tre mesi o meno, la necessità di dialisi renale durante il recupero dalla chirurgia e uno o più interventi cardiaci dopo la riparazione iniziale.


Fonte: JAMA Network Open

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