Schizofrenia: miglioramenti con training visivo e uditivo

In uno studio randomizzato su pazienti schizofrenici, condotto in Brasile, il training visivo e uditivo si sono rivelati efficienti nel migliorare i deficit cognitivi e i sintomi della malattia, anche se con qualche differenza.

“Il training visivo ha significativamente migliorato l’attenzione, il ragionamento e il problem-solving, mentre il training uditivo ha migliorato solo il ragionamento e la capacità di risolvere problemi”, dice Rogerio Panizzutti, della Federal University di Rio de Janeiro, autore dello studio “La scoperta potrebbe adattare su misura lo sviluppo di regimi di training per migliorare la cognizione in soggetti schizofrenici”.

Lo studio Come riportato da Schizofrenia Research, 79 partecipanti con schizofrenia sono stati assegnati a caso a ricevere 40 ore di training uditivo o visivo computerizzato. I due metodi erano dinamicamente equivalenti e progressivi.

L’età media dei partecipanti era di 42 anni. Per la maggior parte si trattava di uomini e tutti, tranne due, assumevano antipsicotici durante lo studio. Non sono state osservate differenze sociodemografiche o cliniche significative tra i gruppi.

53 partecipanti hanno completato il training. Il gruppo del training visivo è migliorato nella cognizione globale, con progressi specifici nei processi cognitivi di ordine sia inferiore (attenzione) che superiore (ragionamento e problem-solving).

Al contrario, come osservato da Panizzutti, il gruppo che ha ricevuto il training uditivo ha migliorato nel tempo la capacità di ragionamento e problem-solving, ma non l’attenzione. “La maggior efficienza del training visivo potrebbe essere spiegata dalla predominanza del sistema di elaborazione visiva su quello di elaborazione uditiva”, suggeriscono gli autori dello studio.

Inoltre, dopo il training i sintomi della schizofrenia sono migliorati in entrambi i gruppi, ma la qualità della vita è rimasta la stessa.

“I risultati indicano che le persone schizofreniche potrebbero beneficiare di entrambi i tipi di training, anche se è possibile che altri fattori ignoti possano influire. Servono ulteriori studi con coorti più ampie per replicare i risultati e confermare questo potenziale”, conclude Panizzutti.

Fonte: Schizophrenia Research

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