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Sostituzione d’anca: differenze tra approcci chirurgici
L’approccio anteriore all’artroplastica dell’anca risulta lievemente più rischioso rispetto a quello posteriore. Si tratta di una differenza sottile ma statisticamente significativa, che potrebbe aiutare ad informare le decisioni relative all’intervento, come affermato da Daniel Pincus del Sunnybrook Health Sciences Center di Toronto, autore dello studio condotto su 2.993 pazienti che ha portato a questa conclusione.
Per l’artroplastica dell’anca sono disponibili tre approcci: quelli laterale e posteriore offrono una buona visualizzazione e sono facilmente estensibili in caso di necessità, ma l’approccio laterale potrebbe portare a zoppia per via dell’apertura del muscolo adduttore, e l’approccio posteriore è associato ad un maggior rischio di dislocazione. L’approccio anteriore riduce questi rischi facendo uso del piano naturale che separa i muscoli, ma comporta un maggior rischio di danno neurale, fratture e infezioni.
Secondo alcuni esperti l’artroplastica anteriore è una procedura relativamente nuova in Ontario, e comporta una significativa curva di apprendimento, il che potrebbe aver influenzato il tasso di complicazioni chirurgiche osservato.
Nonostante le limitazioni, comunque, lo studio fornisce ai chirurghi ortopedici e ai medici di base importanti informazioni in sede di discussione con il paziente su rischi e benefici del potenziale intervento all’anca.
Un secondo studio comunque ha dimostrato che il rischio di revisione asettica a distanza di un anno è maggiore a seguito di un intervento con fissaggio non cementato, il che è rilevante in quanto meno della metà degli steli femorali è stata cementata nel 2018, nonostante il fatto che le linee guida dell’American Academy of Orthopedic Surgeons raccomandino la cementazione.
Sono comunque necessarie altre ricerche in materia, anche se potrebbe non essere possibile effettuare studi randomizzati.I chirurghi dovrebbero revisionare dunque con attenzione le analisi degli esiti degli interventi come queste che vengono registrate nei database chirurgici.
Fonte: JAMA online 2020
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