Splenectomia laparoscopica: in pazienti stabili è sicura ed efficace

La splenectomia laparoscopica è una tecnica sicura ed efficace in pazienti emodinamicamente stabili con trauma splenico, e può rappresentare un’alternativa vantaggiosa alla splenectomia aperta in termini di recupero post-operatorio e morbilità. Questo è quanto ha concluso uno studio pubblicato su Updates in Surgery, e diretto da Arianna Birindelli, dell’Università di Bologna, dell’Ospedale Bufalini di Cesena e dell’Ospedale di Esine, ASST Valcamonica, Breno.


“La tecnica, le indicazioni e gli esiti della splenectomia laparoscopica in pazienti con trauma stabile non sono stati ancora ben descritti. Per chiarire meglio la questione, abbiamo studiato i dati di tutti i pazienti con trauma addominale emodinamicamente non compromesso sottoposti a splenectomia dal 1/2013 al 12/2017 presso il nostro centro traumatologico di livello 1”, spiega Birindelli.


I dati demografici e clinici sono stati raccolti e analizzati con per protocollo e un confronto intent-to-treat tra gruppi aperti e laparoscopici. Sono state eseguite 49 splenectomie (16 laparoscopiche, 33 aperte). Nel gruppo laparoscopico, l’81% degli interventi è stato completato con successo per via laparoscopica.


La laparoscopia è stata associata a una maggiore incidenza di procedure chirurgiche concomitanti e tempi operatori più lunghi, ma anche a un ritorno significativamente più veloce della funzione intestinale e della dieta orale senza reintervento.


Non sono state dimostrate differenze significative in termini di morbilità, mortalità, durata della degenza o complicanze a lungo termine, sebbene la laparoscopia abbia mostrato una minore incidenza di infezione del sito chirurgico.


Una sottoanalisi del danno splenico isolato ha incluso 25 splenectomie, 19 effettuate in aperto e sei laparoscopiche, e ha confermato una riduzione della morbilità post-operatoria, della necessità di trasfusioni di sangue, del ricovero in terapia intensiva e del ricovero complessivo nel gruppo laparoscopico.


Fonte: Updates Surgery

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