Colite microscopica: ricerca rivela persistenza dei sintomi a un anno dalla colonscopia
Le persone che soffrono di colite microscopia, una malattia infiammatoria intestinale, potrebbero non ricevere una diagnosi certa dai risultati della […]
È stato segnalato un passo avanti nella diagnosi delle malattie intestinali, tra cui il cancro colorettale, la colite ulcerosa e la malattia di Crohn utilizzando le proteine delle feci. L’attuale gold standard per il test del cancro al colon misura il sangue (emoglobina) presente nelle feci, e i test per le malattie infiammatorie intestinali (Ibd) misurano invece i livelli di calprotectina, una proteina che rileva l’infiammazione nell’intestino.
Analizzando in modo completo le feci, senza guardare solo a una o due molecole, si riesce ad avere una visione più completa dello stato di malattia anche in fase precoce, secondo i ricercatori. Per quanto riguarda la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, dall’analisi sono state trovate diverse proteine elevate in pazienti pediatrici dopo lo screening per 1300 proteine.
Il team ha prelevato campioni dai pazienti in quattro diversi periodi di tempo, permettendo ai ricercatori una rara finestra sulla progressione della malattia. Usando questi nuovi biomarcatori, gli esperti riescono a prevedere se la malattia peggiorerà o se l’intestino diventerà più infiammato.
La speranza è di sostituire il test endoscopico invasivo trovando marcatori di feci che possano prevedere cosa sta succedendo nell’intestino senza dover fare l’endoscopia.
Fonte: Nature Communications
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