Tumore del polmone: un paziente su tre ha autoanticorpi neuronali causa di declino cognitivo

Più di un paziente su tre affetto da tumore del polmone ha autoanticorpi neuronali associati a deterioramento cognitivo. È quanto ha evidenziato uno studio tedesco guidato da Carsten Finke e Frederik Bartels, della Charité-Universitätsmedizin di Berlino. I risultati della ricerca sono stati pubblicati da JAMA Oncology.


Lo studio ha incluso 167 pazienti, di cui il 76% aveva un carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) e i restanti la forma “non a piccole cellule” (NSCLC). Su 97 pazienti selezionati, senza metastasi cerebrali o una storia di disturbi psichiatrici, sono stati eseguiti test neurologici dettagliati.


Gli autoanticorpi diretti al cervello sono stati rilevati in 61 pazienti, di cui 33 avevano autoanticorpi noti e 27 avevano autoanticorpi diretti contro antigeni sconosciuti, esaminati mediante analisi immunoistichimiche.


Il 67% dei pazienti, poi, presentava un deterioramento cognitivo. Tra i pazienti con SCLC, la probabilità di deterioramento cognitivo era di 11 volte più alta rispetto ai pazienti senza autoanticorpi.
Tra i pazienti con NSCLC, gli autoanticorpi dell’immunoglobulina A mirati a N-metil-D-aspartato erano associati a probabilità più elevate di deficit di memoria, in particolare per quel che riguarda i ricordi e il riconoscimento.


I risultati suggeriscono “che questi anticorpi potrebbero rappresentare un fattore importante nel deterioramento cognitivo correlato al cancro”, spiegano Finke e Bartels, sottolineando che i tassi di deterioramento cognitivo e di autoanticorpi neuronali erano “anche più alti di quanto ci aspettassimo”.


“I medici dovrebbero essere a conoscenza di questo deterioramento cognitivo correlato al cancro”, hanno concluso i due esperti, che stanno esaminando anche la presenza di autoanticorpi in altre forme di cancro, come quello del seno e della prostata, anche se “la prevalenza degli autoanticorpi neuronali e quella del deterioramento cognitivo sembra essere più alta nei pazienti con tumore del polmone”.


Fonte: JAMA Oncology

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