Tumori: la denuncia, ‘su test genomici gratis a malate seno ritardi e disparità’

Oncologi e pazienti, ‘ancora 5 Regioni non hanno recepito decreto ministeriale, inaccettabile’


Ancora tante italiane con tumore al seno che avrebbero bisogno di sottoporsi ai test genomici necessari a personalizzare le cure non hanno accesso gratuito a queste analisi, nonostante siano trascorsi oltre 2 mesi dal decreto attuativo del ministero della Salute, relativo al fondo nazionale dedicato da 20 milioni di euro. “Le malate di Piemonte, Veneto, Molise, Puglia e Calabria che hanno bisogno dell’esame sono costrette a pagarselo”, segnalano oncologi e pazienti, denunciando “ritardi burocratici e disparità inaccettabili”, e chiedendo che tutte le Regioni recepiscano il decreto.


“Sono scaduti i 60 giorni entro i quali Regioni e Province autonome avrebbero dovuto recepire il decreto del Governo centrale ed emanare provvedimenti ad hoc”, ma “attualmente mancano ancora all’appello 5 Regioni: Piemonte, Veneto, Molise, Puglia e Calabria”, elencano i vertici di Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), Fondazione Insieme contro il cancro ed Europa Donna, durante una conferenza stampa organizzata in occasione del Congresso 2021 dell’Esmo (European Society for Medical Oncology), in corso in modalità virtuale.


“Non c’è più tempo da perdere e quanto prima, in tutta Italia, devono essere rimborsabili e gratuiti i test genomici per le pazienti colpite da carcinoma mammario eleggibili all’esame – afferma Saverio Cinieri, presidente eletto Aiom – Si stanno accumulando ritardi burocratici-amministrativi e quindi il nostro sistema sanitario non è ancora in grado di garantire le stesse opportunità a tutti i cittadini. Basta davvero poco, a livello di singole pratiche regionali, per poter accedere al fondo di 20 milioni di euro istituito già nel dicembre 2020 con un emendamento della Commissione Bilancio della Camera alla Legge di Bilancio 2021. Chiediamo quindi che le Regioni mancanti si attivino al più presto per usufruire delle risorse, e agli oncologi medici di prescriverli quando necessario a tutela delle pazienti”.


I test genomici sono in grado di identificare i casi in cui è possibile somministrare alle pazienti solo una terapia ormonale dopo l’intervento chirurgico alla mammella, evidenziano gli specialisti. “Sono esami estremamente efficaci che possono evitare l’utilizzo di chemioterapie inutili – rimarca Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il cancro – Non possono essere somministrati a tutte le pazienti, ma solo a quelle considerate a rischio intermedio e con un tumore allo stadio iniziale. Sono stimabili in circa 10mila casi l’anno, su un totale di quasi 55mila nuove diagnosi registrate in Italia. In particolare, Oncotype DX ha dimostrato in un recente studio di ridurre di un terzo il ricorso a farmaci chemioterapici in fase post-operatoria”.


“L’accesso gratuito a certe prestazioni sanitarie va garantito in tutte le Regioni per evitare di trovarci di fronte a pazienti di serie A e altri di serie B – dichiara Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia – La nostra rete di associazioni è stata impegnata per tutto il 2021 nella promozione di campagne e iniziative di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni locali e nazionali. I test genomici rappresentano una risorsa importante e possono evitare alle donne cure chemioterapiche che presentano effetti collaterali molto duri. Non vanno poi dimenticati i risparmi ottenuti dalla mancata somministrazione dei farmaci chemioterapici”.


“Europa Donna Italia ha promosso una specifica campagna sul proprio sito (europadonna.it/ambito/test/test-genomici/)”, ricorda D’Antona. E “per denunciare le iniquità di accesso e di assegnazione del fondo stiamo monitorando giorno per giorno la situazione delle delibere. Inoltre – conclude la numero uno del movimento nato in Italia su impulso dell’oncologo Umberto Veronesi – chiediamo ai medici oncologi di utilizzare i test genomici nella pratica clinica quotidiana, ove consentito”.


Fonte: Adnkronos Salute

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