Tumori: oltre 4 mln di italiani assistono pazienti, caregiver senza diritti
Fondazione Aiom e Rete oncologica pazienti Italia, ‘l’80% sono donne, serve una legge’
L”esercito’ dei caregiver in oncologia è pari a circa 4 milioni in Italia. Si registra un aumento costante (+3% annuo) delle persone che convivono con un tumore. Al loro fianco c’è sempre un familiare, un congiunto, un amico che lo sostiene, lo accompagna, lo assiste: è il caregiver. Per tutti loro sono assenti o insufficienti le garanzie di supporto da parte del tessuto sociale e previdenziale. Un problema enorme che deve essere risolto in modo assolutamente urgente. A sottolinearlo, indicando la necessità di tutelarli con una legge e un profilo professionale adeguato che riconosca il ruolo e l’apporto fondamentale del caregiver, è la Fondazione Aiom insieme a Ropi (Rete oncologica pazienti Italia), che hanno presentato due Volumi dedicati uno alle istituzioni (‘Caregiver in oncologia’) e uno agli operatori (‘Aspetti pratici dell’assistenza al paziente oncologico’).
Forte anche l’appello alla politica delle associazioni pazienti, tra cui ‘Onconauti’, ‘Mai più sole’, ‘EuropaDonna, ‘Fra Parentesi, a istituzionalizzare a norma di legge la figura del caregiver oncologico entro il 2021.
“L’aumento delle persone vive in Italia con pregressa diagnosi di tumore – ha spiegato Stefania Gori, presidente di Ropi e Fondazione Aiom– fa emergere la necessità di bisogni assistenziali costanti, duraturi nel tempo, prestati nella gran parte dei casi dai caregiver (coniuge, figlio o figlia, parente, amico, un parente stretto) a questi pazienti. Figure essenziali, spesso anche di supporto al clinico, eppure – sottolinea Gori – non tutelate e aiutate dal tessuto istituzionale e sociali, spesso non adeguatamente formate a svolgere il loro delicato compito”.
“La necessità di lunghi anni di cure e di controlli clinici, impossibili da affrontarsi da parte del malato se non adeguatamente seguito – afferma Alessandro Comandone, Sc Oncologia Asl Città di Torino – richiede che il caregiver sia educato e formato, capace cioè di identificare i bisogni della persona assistita e di svolgere correttamente le mansioni grazie a una attenta preparazione tecnica e soprattutto psicologica. Un compito delicato e complesso che necessita – spiega Comandone – di una ‘assistenza nell’assistenza’ da dedicare al caregiver che deve poter contare su una rete sociale di sostegno e di volontariato, che si (pre)occupi di sostenerlo, di adempiere al disbrigo di faccende quotidiane, pratiche burocratiche, pulizie domestiche e assistenza saltuaria per consentire al caregiver di riposarsi”.
Boldrini, ‘depositata in Senato una proposta di legge’
“Da un punto di vista giuridico – fa sapere Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato – è stata depositata in Senato una proposta di legge affinché venga riconosciuta la figura del caregiver, prevedendo una tutela previdenziale e una conciliazione lavorativa, ad esempio una flessibilità dell’orario tali per cui la persona possa svolgere in parallelo la propria professione e l’assistenza al congiunto. Le attuali leggi vigenti – sottolinea Boldrini – consentono al caregiver di poter usufruire della Legge 104 che garantisce permessi retribuiti dal lavoro e di congedi fino a 2 anni, a garanzia del mantenimento del posto di lavoro”.
“Oggi la figura del caregiver, soprattutto in ambito oncologico – precisa Nicola Provenza, membro della Commissione Affari Sociali alla Camera – deve avere un suo riconoscimento giuridico. La tenacia dei parlamentari e la volontà politica potranno, sollecitando lo sblocco di proposte di Legge già esistenti sul caregiver, permettere di trovare una convergenza. Parlare di appropriatezza – conclude – significa parlare anche di appropriatezza dell’ambito di cura, che potrà permettere un recupero di risorse e contribuire così alla sostenibilità del Ssn”.
Fonte: Adnkronos Salute
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