Un atlante dei bersagli preferiti dell’Hiv nel sangue degli individui infetti

Un gruppo di ricercatori ha identificato le cellule del sangue che hanno maggiori probabilità di essere prese di mira dall’Hiv durante un’infezione.
Una delle conoscenze che manca nella comprensione dell’Hiv, infatti, è quali cellule sono più suscettibili all’infezione. Gli scienziati sanno da tempo che il virus si concentra sulle cosiddette cellule T CD4+ di memoria, un tipo di cellula che aiuta il corpo umano a costruire un’immunità duratura contro gli agenti patogeni. Ma questa è ancora una categoria troppo ampia per essere presa di mira per la terapia.


Molte conoscenze sull’infezione da Hiv provengono da esperimenti in vitro dove gli scienziati espongono al virus le cellule T CD4+ coltivate in laboratorio. Queste colture di cellule non sono un modello perfetto per i complessi ecosistemi del corpo umano in cui l’infezione avviene normalmente. L’infezione in vitro potrebbe produrre una visione distorta della preferenza del virus?


Per rispondere a questa domanda, alcuni ricercatori hanno confrontato le cellule T CD4+ infettate in vitro con le cellule T CD4+ circolanti nel sangue di 11 individui a vari stadi di infezione. Alcuni campioni di sangue sono stati prelevati prima che i donatori avessero iniziato il trattamento con la terapia antiretrovirale, altri dopo, altri ancora provenivano da individui che avevano interrotto il trattamento e stavano sperimentando nuovi cicli di infezione.


Utilizzando la tecnologia che hanno affinato nel corso degli anni, i ricercatori hanno stabilito un atlante dettagliato delle cellule T CD4+ in individui non in trattamento antiretrovirale, che ora hanno pubblicato.


Il lavoro offre una nuova visione delle basi di come l’Hiv si comporta nel corpo umano. La tecnologia utilizzata nello studio inoltre permette di far risalire le cellule infette al loro stato originale prima dell’infezione.


L’atlante, che adesso è pubblico, contiene tutte le cellule che i ricercatori hanno analizzato e sperano sarà una risorsa preziosa per la comunità di ricerca sull’Hiv.


Fonte: Cell Reports

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