Covid-19 fattore di rischio cardiovascolare per le persone con HIV
L’infezione da Covid-19 è associata a un aumento del 30% del rischio di eventi cardiovascolari maggiori tra le persone con […]
Un nuovo studio clinico sta cercando di scoprire se le persone che vivono con l’Hiv possono beneficiare del supporto emotivo offerto da una comunità virtuale, e dal supporto fisico e dai servizi forniti dai volontari della comunità.
Secondo uno studio condotto su 356 pazienti con Hiv, il 58% ha riportato sintomi di solitudine, che sono stati associati al declino funzionale e all’aumento del rischio di mortalità.
Ora il nuovo lavoro collegherà i partecipanti all’interno di una comunità online sicura che può fornire vari servizi come supporto tecnico per il computer di casa o semplicemente avere un volto amichevole per parlare con uno schermo. Il trial, che avrà durata triennale, è stato ritardato a causa della pandemia e sta attualmente reclutando partecipanti.
L’idea è quella di ricreare le comunità del passato, dove i vicini si conoscevano davvero e si aiutavano a vicenda.
Il problema della solitudine degli anziani con Hiv è reale: le persone con il virus cha hanno più di 50 anni hanno meno probabilità di avere un partner con cui condividere la propria vita, o anche un amico da chiamare, rispetto alle persone senza Hiv. Questo perché aver contratto la malattia negli anni ’80 e ’90 significa che molti dei loro amici o familiari possono essere già morti.
Sebbene il trial opererà principalmente in un ambiente virtuale, tutti i partecipanti devono risiedere entro una distanza di guida ragionevole.
Il percorso si concentrerà principalmente sulle persone che vivono con l’Hiv, ma accoglierà chiunque si senta insicuro a vivere da solo, o che desidera essere generoso con la propria comunità.
Fonte: University of California
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