Valore prognostico della TC postoperatoria nel carcinoma ovarico

Diversi studi, nell’ultimo decennio, hanno mostrato il valore prognostico della tomografia computerizzata (TC) postoperatoria nelle pazienti con carcinoma ovarico, delle tube di Falloppio o peritoneale primitivo.


Uno studio condotto dai ricercatori del dipartimento di radiologia del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center e pubblicato nel 2012 dall’American Journal of Roentgenology1 ha mostrato che in molte pazienti con carcinoma ovarico avanzato dopo intervento di chirurgia citoriduttiva con un debulking ottimale, la tomografia computerizzata postoperatoria rivelava la presenza di malattia residua di dimensioni superiori a 1 cm. Tale malattia residua è stata associata a una peggiore sopravvivenza globale e a una peggiore sopravvivenza libera da progressione.


Lo studio ha incluso 63 pazienti sottoposte a chirurgia citoriduttiva primaria per carcinoma ovarico avanzato, che avevano riportato un debulking ottimale durante l’intervento chirurgico e che erano state sottoposte a tomografia computerizzata prima e 7-49 giorni dopo l’intervento. Due radiologi hanno interpretato in modo indipendente tutte le scansioni postoperatorie e hanno valutato le lesioni su una scala a 5 punti, dove  5 indicava una lesione sicuramente maligna. Lesioni più grandi di 1 cm con un punteggio TC di 4 o 5 sono state considerate malattia residua.
Il primo radiologo ha individuato la presenza di malattia residua in 29 pazienti (46%), il secondo radiologo in 31 (49%).


Uno studio italiano, condotto dai ricercatori della Sapienza di Roma e pubblicato nel 2014 dalla rivista Oncology2, ha confermato che la malattia residua rilevata mediante TC postoperatoria è associata a una significativa diminuzione della sopravvivenza libera da progressione nelle pazienti con carcinoma ovarico avanzato che erano state sottoposte a citoriduzione primaria ottimale.


I ricercatori hanno confrontato la valutazione fatta dal chirurgo durante l’operazione della malattia tumorale residua con quella identificata con la tomografia computerizzata postoperatoria in pazienti sottoposte a citoriduzione chirurgica primaria ottimale (malattia tumorale residua inferiore a 1 cm).


Sono state incluse nell’analisi 64 pazienti con carcinoma ovarico in stadio III-IV FIGO trattate presso l’Unità di Ginecologia Oncologica del National Cancer Institute tra novembre 2011 e marzo 2013. La TC è stata eseguita entro 30 giorni dall’operazione.


I risultati della TC postoperatoria non erano in accordo con la valutazione durante l’operazione in 13 casi su 64 (20,3%). La sopravvivenza libera da progressione delle pazienti con una TC postoperatoria positiva alla malattia residua è stata di 5 mesi, quella delle pazienti con TC negativa alla malattia residua di 28 mesi.


Un terzo studio pubblicato dalla rivista Gynecologic Oncology3 mostra che la presenza di malattia residua rilevata con TC postoperatoria sia un predittore significativo di sopravvivenza e che l’integrazione della TC nel modello clinico migliora la previsione di sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da progressione di malattia dopo chirurgia citoriduttiva primaria.


“La TC postoperatoria può rilevare la malattia residua nel 40% delle pazienti in cui il tumore è stato resecato in modo ottimale”, scrivono gli autori.
Sono stati presi in considerazione i dati di 212 donne operate per carcinoma ovarico avanzato e sottoposte a TC addominale con mezzo di contrasto 1-7 settimane dopo l’intervento chirurgico. Due radiologi, all’oscuro dei dati clinici, hanno valutato tutte le TC e hanno concordato sulla maggior parte dei casi. Hanno individuato malattia residua nel 37% delle pazienti valutate come debulkizzate in modo ottimale.


I risultati di questi studi indicano che “la valutazione della malattia residua tramite TC postoperatoria precoce basata su criteri di interpretazione specifici potrebbe aiutare nella valutazione prognostica, nella selezione del trattamento e fungere da biomarcatore per la stratificazione delle pazienti negli studi clinici”.



Fonti:

  1. AJR Am J Roentgenol. 2012 Jun;
  2. Oncology. 2014;87(5):293-9.
  3. Gynecol Oncol. 2015

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