CLOSTRIDIUM DIFFICILE
Impatto delle Infezioni da C. difficile

L’infezione da Clostridium difficile (CDI) è causa di morbilità e mortalità, responsabile di circa 29.000 decessi negli Stati Uniti nel 2011.1
Secondo le stime, nel 2009 il C. difficile ha generato una spesa di 8,2 miliardi di dollari.2
È anche 1 dei 3 patogeni classificati dal CDC come minaccia urgente.3
Il CDC classifica una minaccia come “urgente” quando quest’ultima richiede un maggior numero di attività:
- di monitoraggio
- di prevenzione
e presenta dei rischi associati significativi, inclusi:3
– impatto clinico
– impatto economico
– incidenza
– incidenza prevista a 10 anni
Dopo un episodio iniziale, l’infezione da C. difficile può recidivare in circa 1 paziente su 4.4
CDC = Centers for Disease Control and Prevention
Attuali trend epidemiologici
Il Clostridium difficile è causa della più comune infezione nosocomiale negli Stati Uniti.1,3,5
Nel 2011, il C. difficile ha causato all’incirca 500.000 infezioni e 29.000 decessi negli Stati Uniti.1 La prevalenza dell’infezione da C. difficile continua ad aumentare, con un impatto sanitario ed economico significativo.
Per quanto riguarda l’Europa, alcune indagini epidemiologiche indicano come l’incidenza di CDI sia in crescita.6,7
Da un’indagine condotta in 14 paesi europei risulta che il tasso di incidenza di CDI è di 2,45 episodi/10.000 giorni/paziente.6
Un’analisi retrospettiva italiana ha evidenziato un aumento dell’incidenza annuale di CDI da 1.7 nel 2009 a 3.0/10.000 giorni/paziente nel 20128
La recidiva aumenta il peso della malattia
Un episodio di infezione da C. difficile può rappresentare un peso per i pazienti, per i professionisti sanitari e l’intero sistema sanitario.
Purtroppo, in alcuni pazienti l’infezione da C. difficile può recidivare, aggravando ulteriormente questo peso.
Rischio di recidiva4:
- Fino al 25% dei pazienti sperimenta un secondo episodio.4
- dal 45 al 65% di questi pazienti sperimenta 3 o più episodi.4,9
Condizioni fondamentali per la comparsa di recidiva sono la persistenza delle tossine e l’assenza di una risposta anticorpale specifica diretta contro le tossine stesse.10
L’impatto dell’infezione da C. difficile può essere significativo
Il sintomo più comune dell’infezione da C. difficile è la diarrea. I pazienti potrebberoanche presentare sintomi gravi e, in rari casi, persino pericolosi per la vita, tra cui:11
- ileo
- colite pseudomembranosa
- megacolon tossico
Oltre l’80% dei decessi correlati a infezione da C. difficile riguarda soggetti di età≥ 65 anni.3
Alcuni pazienti possono andare incontro a recidive
Una volta che un paziente ha presentato una recidiva, ha più probabilità di avere altri episodi.4,9
Il rischio di recidiva è responsabile di un maggior impatto nella gestione dell’infezione.4,9
Tasso di recidiva dopo il primo episodio e gli episodi successivi 4,9
Un episodio di infezione da C. difficile può portare ad un altro episodio

La recidiva può anche incrementare il rischio di mortalità correlato all’infezione da C. difficile
In uno studio di coorte retrospettivo monocentrico, 3.958 pazienti (≥18 anni) che avevano sviluppato un’infezione iniziale da C. difficile, durante un ricovero ospedaliero tra il 2003 e il 2009, sono stati valutati per stabilire se una recidiva di infezione da C. difficile fosse indipendentemente associata a una riduzione della sopravvivenza a 6 mesi ,rispetto ai pazienti che non avevano avuto una recidiva. I pazienti sono stati seguiti per 180 giorni dalla dimissione, o dal termine del trattamento antibiotico dell’infezione da C. difficile, per stabilire la mortalità.13
Il 36% dei pazienti con una recidiva di infezione da C. difficile è deceduto a 180 giorni rispetto al 26% di chi non aveva presentato una recidiva di C. difficile (p <0,001).13
La recidiva di C. difficile(n=421) era associata a un rischio di decesso del 33% più elevato rispetto all’assenza di recidiva (n=3.537) nei 42 giorni successivi al completamento del trattamento antibiotico per ’infezione da C. difficile (p=0,001). L’aumentata mortalità associata alla recidiva era indipendente da molte variabili, tra cui:13
- comorbidità
- dati demografici
L’incremento di mortalità correlata alla recidivadi C. difficile giustifica la necessità di ulteriori ricerche.
Altre manifestazioni dell’infezione da C. difficile
L’infezione da C. difficile non solo causa diarrea, ma anche perdita di appetito, dolore addominale e affaticamento. Questi sintomi possono interferire con le attività della vita quotidiana e provocare disagio, tristezza o isolamento.14,15
Le conseguenze dell’infezione da Clostridium difficile hanno un importante impatto economico
In uno studio osservazionale retrospettivo, condotto tra Gennaio 2011 e Dicembre 2014 in 5 ospedali italiani, il costo medio per gestire un episodio di CDI è risultato pari a € 10.224.
La principale voce di costo è stata rappresentata dalle giornate di ospedalizzazione necessarie per gestire l’episodio infettivo (oltre il 90% dell’importo totale)12.
Il costo medio di una recidiva da CDI è risultato pari a € 9.504 12.
La durata media dei ricoveri è stata di 30,3 giornate, di cui 14,6 necessarie per trattare l’episodio di CDI. 12
In uno studio di coorte retrospettivo, i pazienti con recidiva di infezione avevano una probabilità significativamente superiore di riospedalizzazione (85% contro 41%; p <0,001) e una degenza più prolungata (media di 18,6 contro 7,6 giorni; p <0,001) rispetto ai pazienti senza recidiva di infezione16.
Chi sono i pazienti ad alto rischio?

La gravità dell’infezione da Clostridium difficile (CDI) può variare notevolmente. L’infezione da C. difficile può comprendere forme da lievi a gravi e, in alcuni casi, pericolose per la vita che includono ileo, colite pseudomembranosa e megacolon tossico.11 Alcune popolazioni di pazienti presentano un rischio elevato di sviluppare infezioni da C. difficile, inclusi i soggetti di età ≥ 65 anni.17 Alcuni hanno anche un maggiore rischio di presentare infezione severa, recidiva e decesso.11,18–22
Chi sono i pazienti ad alto rischio di infezione severa da C. difficile ?
Specifiche popolazioni di pazienti specifiche presentano un rischio più elevato di sviluppare un’infezione grave da C. difficile e le sue complicanze.
I fattori di rischio per un’infezione grave da C. difficile includono:
- Età ≥65 anni17
- Immunosoppressione19-21
- Insufficienza renale11
- Conta dei globuli bianchi elevata22
- Livello di creatinina elevato11
- Uso recente di antibiotici ad ampio spettro18
Chi è a rischio di recidiva di infezione da C. difficile (rCDI)?
I fattori di rischio per rCDI includono:
- Età ≥ 65 anni1
- Infezioni da C. difficile pregresse24
- il rischio di sviluppare un’altra infezione da C. difficile raddoppia dopo il secondo episodio4,9,32-38
- Esposizione a terapie antibiotiche26
- Immunocompromessione19-21
- CDI severa28
- Risposta immunitaria inadeguata alle tossine18,39
Il rischio di infezione grave da C. difficile aumenta con l’età1
Tasso di infezione recidivante da C. difficile per età ogni 100.000 persone1,a

aUna recidiva è stata definita come un campione di feci positivo per C. difficile dai 14 ai 56 giorni successivi il primo episodio di infezione da C. difficile
Disegno dello studio
Nel 2011, è stato condotto uno studio di sorveglianza su C. difficile presso 10 centri partecipanti all’Emerging Infections Program (Programma sulle infezioni emergenti) in 34 Paesi al fine di valutare l’incidenza delle infezioni iniziali da C. difficile, il peso della malattia, la recidiva e la mortalità. Un caso di infezione da C. difficile era definito come un paziente con un risultato positivo alla tossina di C .difficile o a un saggio molecolare su un campione di feci, in assenza di un risultato positivo a C. difficile nelle 8 settimane precedenti.1
Impatto della recidiva da Clostridium difficile

L’infezione da Clostridium difficile (CDI) è una malattia complessa, che richiede una strategia terapeutica che vada oltre la cura del singolo episodio.
L’infezione da C. difficile recidiva in circa 1 paziente su 4.4
Dopo la prima recidiva, il rischio di un episodio successivo aumenta.4,9 Le tossine hanno un ruolo nello sviluppo delle manifestazioni cliniche.30 In uno studio clinico, i pazienti con infezione recidivante da C. difficile presentavano un tasso di riammissione ospedaliera pari a oltre il doppio di quello dei pazienti senza recidiva (85% contro 41%, rispettivamente [p <0,001]).16
La recidiva da Clostridium difficile: perché la risoluzione dei sintomi potrebbe non risolvere l’infezione
Patogenesi del primo episodio e della recidiva dell’infezione
da C. difficile 26,31,32

Patogenesi del CDI
Ruolo delle tossine
Le tossine sono la causa dei sintomi del primo episodio e delle recidive da Clostridium difficile
Le tossine: componenti importanti del processo patogenetico
I sintomi dell’infezione da C. difficile sono direttamente innescati dalle tossine prodotte dai batteri, che danneggiano l’epitelio GI e inducono una risposta infiammatoria.26 Una risposta immunitaria anticorpale adattativa inadeguata è stata associata a un aumentato rischio di CDI e mortalità correlata a CDI.32,3
Cascata patogenetica degli effetti mediati dalle tossine nell’infezione da C.difficile

CDI = infezione da Clostridium difficile; IL-8 = interleuchina 8; IL-1ß = interleuchina 1beta; GI = gastrointestinale; GTP = guanosina trifosfato; TNF-α= fattore di necrosi tumorale alfa.
Il rischio di recidiva
La recidiva aggrava l’impatto dell’infezione da Clostridium difficile
Circa 1 paziente su 4 sviluppa un secondo episodio di C. difficile.4,9
Dopo il secondo episodio, il rischio di recidiva diventa circa il doppio.4,9

La recidiva di CDI (rCDI) avviene in genere entro 1-3 settimane dopo la risoluzione del primo episodio.31
Chi è a rischio di recidiva da C. difficile?
I fattori di rischio per rCDI includono:
- Età ≥ 65 anni1
- Infezioni da C. difficile pregresse24
- il rischio di sviluppare un’altra infezione da C.difficile raddoppia dopo il secondo episodio4,9,32-38
- Recenti terapie antibiotiche26
- Immunocompromessione19-21
- CDI severa28
- Risposta immunitaria inadeguata alle tossine18
Impatto della recidiva
La recidiva da Clostridium difficile aumenta notevolmente il peso della malattia
L’infezione recidivante da C. difficile determina riammissioni ospedaliere e un allungamento dei tempi di degenza
La recidiva da C. difficile si può associare a:16
- Tassi di mortalità più elevati
- Riammissioni ospedaliere
- Tempi di degenza più lunghi
Considerando il costante aumento dell’incidenza di CDI, è importante riconoscere i fattori di rischio associati a una recidiva di infezione.16
I pazienti con infezione recidivante da C. difficile presentano:
- un tasso di riammissioni ospedaliere pari a oltre il doppio rispetto a quello dei pazienti senza recidiva (85 contro 41%; p <0,001)16
- riammissioni ospedaliere con una degenza significativamente più lunga (18,6 contro 7,6 giorni; p <0,001).16
Nell’ottica di un’ottimizzazione della terapia antibiotica (antimicrobial stewardship), particolare attenzione andrà quindi posta sia alla riduzione dei fattori di rischio per infezione da C. difficile e per le sue ricorrenze (infection control), sia alla futura disponibilità di trattamenti innovativi volti a ridurne la comparsai, con conseguente risparmio di giornate di degenza e costi correlati. 12
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